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Chirurgia: cuore si cura in utero, arriva micropacemaker per feti

27 marzo 2015 | 16.13
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A metterlo a punto scienziati Usa, vicina la prima applicazione umana

Chirurgia: cuore si cura in utero, arriva micropacemaker per feti

Un team di ricercatori del Children Hospital di Los Angeles e della University of Southern California (Usa) ha sviluppato il primo micropacemaker impiantabile progettato per essere utilizzato sui feti, nel caso di blocco cardiaco completo. Gli scienziati americani hanno eseguito test preclinici e di ottimizzazione, come raccontano sulla rivista 'Heart Rhythm', e lo strumento è già stato designato quale dispositivo da utilizzare sugli esseri umani dalla Food & Drug Administration (Fda). I ricercatori sono dunque convinti che sia vicina la prima applicazione.

Il blocco cardiaco congenito è un difetto del sistema elettrico del cuore che ha origine nel feto, e che rallenta notevolmente lo sviluppo dell'organo e ha un impatto importante sulla sua capacità di pompare il sangue. Anche se la condizione può essere diagnosticata in utero, tutti i tentativi di trattarla con un pacemaker standard hanno fallito. Ogni anno, circa 500 gravidanze negli Stati Uniti sono interessate dal problema e potrebbero essere candidate all'operazione.

"Fino ad ora, i pacemaker che sono stati utilizzati nel tentativo di trattare questa condizione in un feto erano quelli progettati per gli adulti," spiega Yaniv Bar-Cohen, cardiologo pediatrico e principale autore principale del progetto. "Mancava un'opzione specifica per i feti". La dimensione degli strumenti impiegati finora richiedeva che una piccola parte fosse impiantata nel feto, mentre il resto rimanesse esteriorizzato. Una situazione che ha portato al fallimento, probabilmente a causa del movimento fetale che porta gli elettrodi a slegarsi dal cuore.

"Ora abbiamo un pacemaker che può essere impiantato in utero, potenzialmente senza danni per il feto o la madre", assicura Ramen Chmait, dell'Istituto Chla-Usc for Maternal-Fetal Health. "Questo nuovo dispositivo offre una reale opportunità di prevenire l'aborto spontaneo e il parto prematuro in bambini affetti da queste anomalie". "Sulla base della nostra esperienza con le tecniche di microfabbricazione applictae ai dispositivi biomedicali, abbiamo sviluppato un micropacemaker abbastanza piccolo da risiedere interamente all'interno del feto", dice Gerald Loeb, professore di Ingegneria Biomedica presso la Facoltà di Ingegneria della Viterbi School of Engineering della Usc. "Questo permetterà al feto di muoversi liberamente senza il rischio di far sganciare gli elettrodi".

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