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La storia

Il fiore? E' 'petaloso'. E il neologismo del piccolo Matteo è approvato dalla Crusca

24 febbraio 2016 | 10.27
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Il post su Facebook della maestra Margherita Aurora
Il post su Facebook della maestra Margherita Aurora

"Le margherite sono fiori petalosi, mentre i papaveri non sono molto petalosi". Al piccolo Matteo, studente di terza elementare, i giri di parole evidentemente non piacciono tanto. Ed è così che, per spiegare che un fiore ha più petali di altri, ha deciso di coniare un neologismo che semplificasse il concetto. Un nuovo termine talmente appropriato da convincere la maestra Margherita, docente presso la scuola primaria 'Marchesi' di Copparo (Ferrara), a interpellare addirittura l'Accademia della Crusca per capire se il fiore 'petaloso' potesse essere valutato dagli esperti in italiano per eccellenza. Che hanno risposto.

"Qualche settimana fa - racconta la maestra Margherita Aurora in un post su Facebook pubblicato ieri -, durante un lavoro sugli aggettivi, un mio alunno ha scritto di un fiore che era "petaloso". La parola, benché inesistente, mi é piaciuta, così ho suggerito di inviarla all'Accademia della Crusca per una valutazione. Oggi abbiamo ricevuto la risposta, precisa ed esauriente. Per me vale come mille lezioni di italiano. Grazie al mio piccolo inventore Matteo".

Ma come hanno reagito gli esperti al neologismo di Matteo? Dalle parole di Maria Cristina Torchia, membro della redazione della Consulenza linguistica dell'Accademia, sembrerebbe molto bene, tanto da approvare il nuovo termine: "Caro Matteo - si legge infatti nella risposta - la parola che hai inventato è una parola ben formata e potrebbe essere usata in italiano così come sono usate parole formate nello stesso modo". Per la Crusca si tratta di una parola "bella e chiara", che potrebbe addirittura entrare nel vocabolario della lingua italiana se tutti iniziassero a usarla per descrivere un fiore: "Perché entri in un vocabolario, infatti, bisogna che la parola nuova non sia conosciuta e usata solo da chi l'ha inventata, ma che la usino tante persone e tante persone la capiscano. Se riuscirai a diffondere la tua parola fra tante persone e tante persone in Italia cominceranno a scrivere e dire "Com'è petaloso questo fiore!”"o, come suggerisci tu, "le margherite sono fiori petalosi, mentre i papaveri non sono molto petalosi", ecco, allora petaloso sarà diventata una parola dell'italiano, perché gli italiani la conoscono e la usano".

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"E' così che funziona - continua l'esperta -: non sono gli studiosi che fanno i vocabolari, a decidere quali parole nuove sono belle o brutte, utili o inutili. Quando una parola nuova è sulla bocca di tutti (o di tanti), allora lo studioso capisce che quella parola è diventata una parola come le altre e la mette nel vocabolario". E chissà se i fiori 'petalosi' di Matteo non avranno un giorno questo onore.

"Auguro buona fortuna a questa nuova parola, 'petaloso', perchè è pienamente italiana e fresca", ha detto all'AdnKronos il professore Claudio Marazzini, presidente dell'Accademia della Crusca. "Fa piacere che ci sia stato un grande esito mediatico su questa vicenda - ha spiegato - per una volta diverso dalle polemiche sugli anglismi, sulle parole straniere da accettare o meno nella lingua italiana".

Il presidente dell'Accademia della Crusca infine ha dichiarato: "E' davvero bello che si discuta di una parola costruita secondo le norme dell'italiano, per cui da un sostantivo si è ricavato un aggettivo. Non credo che a utilizzare 'petaloso' saranno i botanici. Siamo di fronte però a una parola affettiva che potrebbe avere fortuna come non averla; si tratta di aspettare. Sono i parlanti che determinano il trionfo delle parole".

"Non si può che apprezzare la creatività di un bambino che ha creato un neologismo correttamente. Come va apprezzata l'idea della maestra di valorizzare l'inventiva del suo alunno, chiedendo un parere all'Accademia della Crusca. Ciò dimostra come la scuola può ben funzionare", ha detto all'AdnKronos il professore Luca Serianni, docente di storia della lingua italiana all'Università "La Sapienza" di Roma e accademico della Crusca. Quanto alla possibilità che "petaloso" possa affermarsi nella lingua italiana, per Serianni è "molto remota e comunque dipende da diversi fattori".

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Pubblicato da Margherita Aurora su Martedì 23 febbraio 2016
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