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Il giallo del 'fratellino' del mediatore

29 luglio 2019 | 14.18
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Lo spacciatore che ha venduto l'aspirina al posto della coca ai due americani racconta che Sergio Brugiatelli, l'uomo derubato, gli ha presentato "una persona mai vista prima con la frase 'è un mio fratellino'". Parla Elder: "Credevo che il carabiniere fosse il pusher"

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di Silvia Mancinelli

Quando la pattuglia dei carabinieri in borghese raggiunge Sergio Brugiatelli, i due americani vengono richiamati al numero del cellulare rubato. Mario Rega Cerciello e il suo collega Andrea Varriale dicono all'uomo di prendere appuntamento con l'estorsore. All'incontro in via Federico Cesi, nel quartiere Prati, Brugiatelli si presenta alle 3.15 insieme ai due carabinieri. "Parcheggiata la macchina, i militari mi dicevano di rimanere vicino al mezzo, mentre loro si sarebbero recati a prendere contatti con i malviventi". L'uomo scende dall'auto ma non li vede più. Passano pochi minuti e sente le urla: sono quelle del vicebrigadiere.

Brugiatelli viene portato nella stazione dei carabinieri Prati negli stessi minuti in cui Mario Rega Cerciello moriva in ospedale. "Il primo ragazzo aveva i capelli biondi, era alto circa mt 1,80, indossava una camicia color crema a quadri, pantaloni jeans scuri - li descrive Brugiatelli - mentre il secondo aveva i capelli mossi con delle meches di colore viola, alto circa mt 1,80, aveva un tatuaggio sull'avambraccio destro di grosse dimensioni, indossava una maglietta di colore chiaro ed i jeans di colore scuro, quest'ultimo ragazzo sembrava tipo intontito. Aggiungo che entrambi avevano un accento inglese, credo americano".

Lo spacciatore che venderà l'aspirina al posto della coca ai due americani, scatenando così l'estorsione prima e la rabbia dei due poi contro i carabinieri, racconta di aver incontrato Brugiatelli alle 20 di giovedì in piazza Mastai dove si trovava insieme a uno straniero che conosce col nome di 'Medi'. All'1,30 lo incontra di nuovo, ma stavolta nei pressi del cinema 'Alcazar' dove si trovava con un egiziano di nome Tamer. Brugiatelli in quell'occasione gli presenta "una persona mai vista prima con la frase 'è un mio fratellino'".

É quasi certo che si tratti dell'americano che va all'appuntamento con Brugiatelli dal pusher per prendere la droga. "In quel momento e sempre nei pressi di piazza Mastai, giungeva un motociclo di colore nero con a bordo due persone che si qualificavano come appartenenti all'Arma dei carabinieri - si legge nel l'ordinanza del Gip Chiara Gallo - che procedeva al controllo dello spacciatore mentre Brugiatelli e gli altri due stranieri (l'egiziano Tamer e il 'fratellino') si allontanavano senza essere controllati dai militari".

Lo stesso pusher (evidentemente lasciato andare perché non in possesso di stupefacente al momento del controllo, ndr) racconta di aver incontrato Sergio mezz'ora dopo che gli diceva di essere stato derubato della propria borsa e che "l'amico (il cosiddetto fratellino) era in compagnia di un altro soggetto, non conosciuto né notato dallo stesso pusher (l'altro americano era rimasto infatti in attesa su una panchina dove Brugiatelli aveva lasciato il proprio zaino e la bicicletta, ndr). Lo stesso Tamer ha poi riferito di aver notato Sergio intorno a mezzanotte e un quarto che, mentre spingeva la sua bicicletta, parlava ai due ragazzi dall'accento inglese.

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