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Il gioielliere che ha ucciso un ladro: "Non sono un eroe ma ho sparato per difendere la mia famiglia"

25 novembre 2015 | 16.04
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(Infophoto) - INFOPHOTO
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"Non sono un eroe. In questo momento sono solo distrutto. Sono stato costretto a sparare per difendere la mia famiglia". Ricostruisce la drammatica dinamica di ieri sera Rodolfo Corazzo, il gioielliere che ha ucciso uno dei tre rapinatori che si erano introdotti nella sua villetta, in provincia di Milano, per derubarlo. "Quello che ho fatto non è bello. Non volevo farlo", dice l'uomo che ricorda tutte le sequenze che lo hanno portato a sparare più colpi verso i ladri. Corazzo riferisce che i tre sono riusciti a introdursi nella sua casa. "Erano incappucciati, armati. Mi hanno puntato una pistola addosso".

Corazzo ha collaborato, 'felice' di constatare che non lo avevano 'perquisito' perché nella tasca del giaccone aveva con sé una pistola, un'arma che porta sempre con sé per difesa. "Ho collaborato, ho fatto tutto quello che mi hanno chiesto. Loro hanno preso tutto quello che hanno trovato", soldi, gioielli. Ma, secondo il gioielliere, non gli bastava. "Volevano altre somme che non avevo" e "hanno minacciato me e la mia famiglia".

E' a quel punto che Corazzo carica la sua arma in un momento in cui riesce a stare solo e la punta. Spara un colpo al muro per spaventare i ladri e costringerli ad andarsene. Ma ne nasce un conflitto. Sparano loro e spara il gioielliere. Alla fine i tre se ne vanno scardinando la cancellata con la 500 di Corazzo. Ma solo in due fuggono. Il terzo viene lasciato accasciato a terra. E' morto. "Non sapevo neanche di averlo colpito", dice i gioielliere. "L'ho capito dopo. Stanotte non ho dormito e non dormirò per molte altre notti. Sono devastato"

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