Sapori e tradizioni da custodire
Ha forma sferoidale, in qualche caso un po’ schiacciata ai poli, di dimensioni variabili e talvolta inaspettatamente grandi, polpa bionda e soffice, non sempre fornita di semi, un sapore ricco e tendenzialmente amarognolo. È l’agrume più famoso al mondo.
Stiamo parlando dell’arancia, frutto del Citrus sinensis. In Italia, se ne coltivano ben 19 varietà.
Nella puntata numero 30, in programma il prossimo 6 maggio, la rubrica scientifica Il Gusto della Salute, ideata e coordinata dall’immunologo Mauro Minelli responsabile per il Sud Italia della Fondazione per la Medicina Personalizzata, accenderà i riflettori sull’Arancia Staccia di Tursi, una cultivar tipica della regione lucana, di antichissime origini, a maturazione tardiva che può rimanere sull’albero fino all’estate, tutelata da un Consorzio dedicato.
Il suo nome deriva da un antico gioco, lontano parente del gioco delle bocce, in uso tra i ragazzi di qualche decennio fa che, per divertirsi, usavano le “stacce”, ossia delle pietre piatte e levigate che lanciavano a distanza, in rettangoli di gioco disegnati per terra alla meno peggio con gessetti improvvisati.
Di questa particolare tipologia di arancia non si butta via niente. È ottima per la preparazione di spremute o per confezionare canditi, grazie alla presenza di una buccia spessa, soffice e rugosa. Può essere impiegata per la preparazione di creme e liquori, mentre il fogliame e il succo possono essere utilizzati per insaporire e arricchire di importanti contributi nutrizionali piatti prelibati o semplici insalate.
Ma perchè l’arancia Staccia si coltiva solo in Basilicata? Ha bisogno di particolari tecniche agronomiche?
Quali sono le sue peculiarità? E quali le proprietà nutrizionali? Può avere delle controindicazioni?
Saranno questi gli argomenti del prossimo appuntamento de Il Gusto della Salute arricchito, come sempre, da immagini, testimonianze e contributi tecnici, e puntualmente condiviso dai canali di ADNkronos
Appuntamento alle ore 15 di venerdì 6 maggio.