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Il medico della dieta del sangue: "Alimentazione vincente in Sud Corea"

20 aprile 2020 | 18.21
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(Afp)
(Afp)

"Premetto che non detengo nessuna verità assoluta. Ma ritengo che la Corea del Sud sia stata aiutata nella sua lotta al nuovo coronavirus da una carta in più: l'alimentazione. Sicuramente ha adottato ottime scelte, come quella di accantonare la privacy e tracciare con la tecnologia i contagi segnalando alle persone le zone ad alto rischio da evitare, ma l'aspetto determinante può essere stato quello che mangiano in quel Paese". E' la teoria di Piero Mozzi, medico noto per aver dato i 'natali' alla dieta del gruppo sanguigno.

Il suo interesse per Covid-19 nasce anche dagli studi che sono stati condotti da gruppi cinesi, uno in particolare analizza la relazione con i gruppi sanguigni delle persone. "E' stato molto interessante leggere questa ricerca e mi ha fatto riflettere - dice - poi ho ricevuto una ricerca di una dottoressa di Padova e ho verificato. La mia idea è che lo stile alimentare sia determinante". Il segreto della Sud Corea, "del numero di contagi e morti nettamente inferiore", va cercato nel piatto, sostiene dunque Mozzi.

"Prima di tutto - ragiona - non usano mais e cereali con glutine, ma tanto riso da sempre. Non usano latte e derivati o comunque nella loro dieta sono presenti in minima quantità e invece sono spostati sui derivati della soia. E soprattutto: non consumano frutta, perché costa. Mangiano invece carne, pesce, uova e tante verdure loro fermentate, che sono davvero ricche di minerali e vitamine. Ecco il segreto".

"Se mettesse il naso fuori adesso cosa vedrebbe sulle piante? - domanda Mozzi - Non certo frutta. E infatti la natura non prevede l'uso del frutto in primavera ma foglie verdi, ricche di clorofilla, ferro, calcio, vitamine".

Un'obiezione potrebbe essere che lo stile alimentare in Cina, primo epicentro dei contagi da virus Sars-CoV-2, non si discosta tanto da quello coreano. Ma Mozzi replica che "in Cina, a differenza della Corea di frutta ne mangiano molta. I popoli più colpiti sono forti consumatori di latticini, glutine e frutta. La Cina è tra i primi produttori di arance e succo d'arancia. Pensiamo ai Paesi più colpiti, il discorso vale anche per questi: Iran, Italia, Spagna, Usa. In Corea no. Non c'è un'importazione continua di frutta fuori stagione, sono un popolo formica che ha imparato le tecniche di fermentazione delle verdure che al loro interno hanno minerali, fermenti, vitamine. Secondo il mio modesto parere, il segreto della Corea del Sud è tutto lì".

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