di Giselda Curzi
Sin dall'inizio in prima linea nella lotta al Covid-19 nell'area più colpita del Lodigiano, Codogno, di turno come guardia medica la prima notte dello scoppio dell'epidemia e da allora ha svolto il suo lavoro di medico senza risparmiarsi. Maurizio Chiesa, medico di Pronto soccorso e continuità assistenziale nell'area di Codogno, responsabile anche di una struttura Rsa, che ospita anziani anche con patologie gravi ed uno dei primi a lanciare l'allarme perché venissero in primis chiuse al pubblico proprio queste strutture data la fragilità degli ospiti, spiega all'Adnkronos come, a suo parere, il virus stia lasciando Codogno e quelle zone e si stia spostando.
"La condizione nell'ex prima zona rossa di Codogno si è modificata, secondo me, abbiamo raggiunto un plateau - racconta visibilmente stanco Chiesa - in questa notte passata di guardia medica ho certamente visto casi nuovi ma non così tanti nuovi casi come dieci o 15 giorni fa quando veramente non era possibile appoggiare il telefono. Un po' come se il virus avesse fatto quello che doveva fare e poi si fosse spostato prima un verso ovest, verso Pavia e Cremona e poi verso nord, 50-60 km sopra, quindi Brescia quelle aree che adesso sono in grande difficoltà". "Quindi mi sento di dire per i pronto soccorso che frequento - continua Chiesa - che un po' meglio è la condizione al momento, sperando che non si modifichi a nord ovest quindi a ovest di Milano, verso Malpensa, Varese e quell'area".