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Stamina, nuova bocciatura degli esperti. Lorenzin: "Ha la stessa valenza dei maghi"

03 ottobre 2014 | 09.18
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Il Comitato: "Metodi e protocollo non hanno i requisiti scientifici necessari per sviluppare un trial clinico". Il ministro della Salute: "Verdetto senza appello, no alla sperimentazione. Dal punto di vista sanitario e scientifico per me la questione è chiusa". Vannoni farà ricorso al Tar

 (Infophoto)
(Infophoto)

"Sto aspettando di avere la relazione tecnica, ma posso dire, avendo letto solo le conclusioni, che il verdetto del Comitato non ha possibilità di appello. E dice che questo metodo non sussiste, non ha i requisiti di efficacia, né per poter iniziare una sperimentazione". Lo ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, commentando la seconda 'bocciatura' del metodo Stamina da parte del nuovo comitato scientifico di esperti chiamati a esprimersi sull'opportunità di far partire o meno una sperimentazione. "Se non emergono altri elementi la sperimentazione non si farà", ha aggiunto.

Davide Vannoni anche questa volta ricorrerà al Tar. "E' un imprenditore e come tale legittimamente può fare ricorso a tutti gli strumenti che ci sono per tutelare i suoi interessi" ha affermato Lorenzin. "Il mio interesse - ha aggiunto - è tutelare l'interesse dello Stato che in questo caso è la salute dei pazienti, e quindi a questo punto siamo pronti a entrare in un'altra fase, che non è più quella sanitaria. D'altra parte mi pare che questo tipo di 'fasi' già ci siano, se ne occuperà anche il Tribunale di Torino".

"La strada ora è quella della soppressione del decreto Balduzzi - ha detto il ministro - Dal punto di vista sanitario e scientifico per me la questione è chiusa. Ora che questa parte è stata definitivamente chiarita, spero che con serenità anche il nuovo Csm apra una nuova fase di riflessione sul rapporto fra scienza e giustizia".

Lorenzin ha inoltre evidenziato che "le cure alternative che non sono riconosciute dal sistema scientifico nazionale e internazionale hanno la stessa valenza dei maghi, ma i maghi non sono né legittimati, né sovvenzionati dallo Stato".

"La parte più triste di questa vicenda - ha sottolineato - è quella delle tante famiglie disperate che si sono aggrappate a questa speranza. Io intendo mantenere la mia parola e i 3 milioni di euro che erano stati stanziati per la sperimentazione" del metodo Stamina "li voglio dare allo studio delle malattie rare. Poi dobbiamo, attraverso una maggior collaborazione fra ministero e strutture regionali, stare vicini alle famiglie. Tutti questi casi sono casi di solitudine, e a volte dove non può arrivare la scienza può arrivare l'umanità".

Comitato: non esistono condizioni per avvio sperimentazione - Così il Comitato nominato dal ministero della Salute chiude le porte al trial in un passaggio delle conclusioni contenute nel report finale, che l'Adnkronos Salute ha potuto visionare: "Poiché i metodi e il protocollo Stamina non hanno i requisiti scientifici necessari per sviluppare un trial clinico, inclusa la valutazione di sicurezza ed efficacia, il Comitato riporta al ministro che 'le condizioni per iniziare una sperimentazione con il cosiddetto metodo Stamina, con particolare riferimento alla sicurezza dei pazienti, non esistono".

"Il Comitato conclude - si legge in uno dei passaggi - che il metodo Stamina per la preparazione delle cellule staminali mesenchimali non è adeguato. Le cellule prodotte con la procedura non incontrano i requisiti per la definizione di queste cellule come 'agenti terapeutici'".

Andolina deluso - "Delusione" per l'epilogo del lavoro dei 'saggi' esprime Marino Andolina, vice presidente di Stamina Foundation. "Non ho visto il report del Comitato degli esperti" chiamati dal ministero a esprimersi sul metodo Stamina ai fini di un'eventuale sperimentazione, dice, "ma l'unica cosa certa, al momento, è che neanche il nuovo pool di esperti ha valutato i risultati e i dati clinici dei pazienti. Non mi risulta infatti che nessuno di loro sia mai stato interrogato".

"La prima commissione - dichiara all'Adnkronos Salute - aveva scritto delle cose che ai miei occhi apparivano assurde sui rischi legati al metodo. In questo caso non sappiamo nulla. Solo che i pazienti non sono stati presi in considerazione. Del resto chi in precedenza ci ha provato è stato 'cassato' in malo modo", incalza riferendosi al nanotecnologo Mauro Ferrari, individuato in una prima designazione del nuovo Comitato, mai andata in porto.

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