Monologo in 'gramelot' padano diretto dal regista Eugenio Allegri
Un teatro che riapre, il Parioli di Roma; e un'opera che rivive, il 'Mistero Buffo' di Dario Fo e Franca Rame, che ora vede nei panni del giullare padano per eccellenza e Premio Nobel per la Letteratura il giovane Matthias Martelli, attore marchigiano e dunque non padano ma la cui capacità di gramelot - di cui dà un saggio al pubblico a inizio spettacolo, passando dalle invenzioni linguistiche inglesi a quelle francesi, dalle tedesche alle spagnole, dalle russe a quelle nostrane: napoletane, sarde e ovviamente lombardo-venete - ricorda ampiamente quella del suo grande maestro, attualizzazioni politiche fuori-testo comprese.
In scena fino al 9 gennaio, diretto da Eugenio Allegri, il monologo di Matthias Martelli si snoda ridando vita a quei personaggi, servi e padroni, cardinali e ubriaconi, disegnati dalla fantasia di Dario Fo e dai racconti popolari che mettevano alla berlina i poteri costituiti dell'epoca, per "un lavoro che affonda le sue radici in una forma di teatro che, attraverso la lingua corporale ricostruita con il suono, con le parole onomatopeiche, con scarti improvvisi di ritmo, con la mimica e la spiccata gestualità attoriale - si spiega nelle note di regia - passa continuamente dalla narrazione all'interpretazione dei personaggi", trasformandosi e riproducendo sentimenti e reazioni, invettive e relazioni, viaggiando con lazzi comici e sarcasmo fra il sacro e il profano.
(di Enzo Bonaiuto)