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Colosseo: il montacarichi delle belve torna ad animare l'anfiteatro Flavio

05 giugno 2015 | 19.58
LETTURA: 5 minuti

La struttura, ricostruita con materiali uguali a quelli usati dai romani, entrerà a far parte dei percorsi e delle visite all'anfiteatro Flavio

Il montacarichi delle belve nei sotterranei Colosseo (foto di Virginia Sedia) - Virgina Sedia
Il montacarichi delle belve nei sotterranei Colosseo (foto di Virginia Sedia) - Virgina Sedia

Decine di belve sollevate simultaneamente sull'arena, una vera macchina dello spettacolo che proiettava in scena non solo bestie feroci, ma anche lupi, struzzi, cervi e felini animando spettacoli di caccia, e utilizzando la sua struttura anche per le condanne a morte. Torna nei sotterranei del Colosseo il montacarichi delle belve, la ricostruzione di una delle 28 strutture utilizzate dagli imperatori dell'Antica Roma, da Domiziano a Macrino, per gli spettacoli nell'arena. Un macchinario ricostruito con un lungo lavoro di progettazione ed esecuzione durato 15 mesi, seguendo le tracce rimaste nelle murature in tufo nel sotterraneo del Colosseo.

C'è da scommettere che la struttura, ricostruita con materiali e meccanismi uguali a quelli usati dai romani, sarà la nuova attrazione dei visitatori. Il montacarichi è stato presentato oggi dal ministro dei Beni Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, la direttrice del Colosseo, Rossella Rea, dal sovrintendente speciale per il Colosseo e l'Area archeologica di Roma, Francesco Prosperetti, e dal regista Gary Glassman, presente in veste di promotore della Providence Pictures che ha finanziato il progetto.

"Sono molto contento di questa giornata - afferma Franceschini - il Colosseo in tutta la sua grandiosità e maestosità non è solo simbolo di Roma, ma dell'Italia nel mondo. L'inaugurazione di questo bellissimo montacarichi aiuterà a capire la bellezza straordinaria di questo luogo. Oggi le nuove tecnologie consentiranno, senza interventi invasivi, di valorizzarlo fino in fondo. La positiva collaborazione tra il pubblico e il privato nella ricostruzione di uno dei più complessi apparati scenografici dell'antichità, dimostra quanto ancora si possa fare per la valorizzazione del Colosseo. La suggestione di questa macchina scenica potrà essere colta appieno quando sarà restituita l'arena all'anfiteatro Flavio, tra cinque anni".

Rea, intervento di archeologia sperimentale unico al mondo

L'operazione del montacarichi delle belve nasce dalla collaborazione tra la soprintendenza speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano, e l'Area archeologica di Roma e la Providence Pictures, che nel 2013 propone la ricostruzione di un montacarichi per la realizzazione del documentario 'Colosseum - Roman death trap', del regista Gary Glassman, assumendosi i costi dell'intera operazione.

La proposta viene colta dalla soprintendenza. Misurarsi con un manufatto che corrisponda ai segni sopravvissuti sulle murature del sotterraneo, può contribuire a far luce su aspetti ancora non completamente indagati dagli studiosi e sconosciuti al pubblico. Rossella Rea rilancia con due proposte, chiedendo che il dispositivo scenico sia fedele all'originale, e che funzioni e duri oltre la realizzazione del film a beneficio di studiosi e visitatori.

"Si tratta di un intervento di archeologia sperimentale unico al mondo - afferma Rea - un manufatto posizionato con estrema precisione nella collocazione originale, senza neanche sfiorare le strutture antiche. Per il Colosseo si tratta di un'ulteriore attrazione che andrà ad arricchire l'esperienza offerta ai visitatori del monumento simbolo di Roma".

Prosperetti, vogliamo far parlare questo monumento, e parte della sua storia

Sotto la direzione di Rea, il progetto viene realizzato dall'ingegnere Umberto Baruffaldi con la consulenza scientifica dell'ingegnere Heinz Beste, dell'Istituto Archeologico Germanico di Roma, e dall'architetto Barbara Nazzaro. Il documentario, già divulgato in America e ora in distribuzione nel resto del mondo, segue passo dopo passo la progettazione del macchinario.

"E' un importante intervento di archeologia sperimentale che porta un valore aggiunto all'anfiteatro - sottolinea Prosperetti - svelandoci in concreto cosa potessero essere gli spettacoli al Colosseo. In questi anni ci stiamo sforzando di cambiare la percezione che i visitatori hanno di questo luogo. Vogliamo far parlare questo monumento, e parte della sua storia. La ricostruzione dell'intera arena, su cui stiamo lavorando, dovrà restituire in chiave contemporanea questa grandiosa macchina scenica, che dal III secolo è arrivata ad avere ben 60 ascensori, oltre 20 piani inclinati utilizzati per sollevare le scenografie".

La gabbia misura 180cm per 140, con un metro di altezza interna. L'ascensione, di circa 7 metri, è ottenuta, invece, con 15 giri di argano. Per far funzionare il montacarichi delle belve, dal peso complessivo di 3300 kg, sono necessari 8 uomini schierati nella parte inferiore del montacarichi, più tre manovratori posizionati sul piano superiore della struttura. Dopo la messa in onda del documentario di Glassman, la macchina scenica sarà resa visibile a tutti i visitatori, entrando a far parte dei percorsi didattici e delle visite guidate al Colosseo.

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