Una finestra aperta sull’immaginazione, sul gioco e sulla creatività, dove il divertimento non è solo uno spazio di 'cuccagna', come nel celebre “Paese più bello del mondo” di Collodi, ma un momento di riflessione sui grandi temi della quotidianità. È questo 'Il Paese dei Balocchi' di Fano (Pesaro e Urbino), una 'quattro giorni', dal 17 al 20 di agosto, dedicata ai bambini in quanto cittadini di domani. Giunta alla sua XIV edizione, la manifestazione ogni anno sceglie un tema cardine che viene declinato in una serie di attività, laboratori e incontri con personaggi simbolo delle questioni trattate e nominati, per la durata della manifestazione, 'sindaci' del Paese. Tra le fila dei primi cittadini che hanno vestito il tricolore del Paese dei Balocchi, Gene Gnocchi, Giobbe Covatta, Andrea Segrè, Angelo Vassallo, Sebastiano Nino Fezza e Don Luigi Ciotti.
Tema dell'edizione 2017 il sogno e il desiderio. ''Sogniamo insieme - ha esortato il direttore artistico Michele Brocchini - condividendo progetti che, partendo dalla dimensione delle idee, grazie alla cooperazione, possono realizzarsi a beneficio sia dei singoli che della comunità. E' questo il nocciolo tematico e propositivo dell’edizione di quest’anno''. L’attenzione verso i temi sociali si coniuga con attività, giochi e spazi della fiaba collodiana realizzati ad hoc per i piccoli abitanti del Paese. Tra le invenzioni proprie della manifestazione spicca la Balena interamente realizzata dagli artigiani dell’associazione, dove Geppetto accoglie i piccoli visitatori raccontando una storia o la struttura che riproduce la casa del falegname della fiaba di Collodi.
Spazi dove si intrecciano racconti e capacità d’ascolto, ma anche laboratori per la creatività e la manualità e luoghi deputati al bookcrossing con letture sempre in linea con il tema annuale. Grande attenzione è poi riservata anche all’alimentazione con stand dove degustare prodotti locali a chilometri zero , prodotti biologici e cucina tradizionale oltre ad avere uno spazio dedicato alle preparazioni di cibi per celiaci. La cultura del cibo viene quindi declinata in cultura della biodiversità e del rispetto per il territorio e per la tradizione. E in fondo la riflessione sui grandi temi passa anche da ciò di cui ci si nutre, dalle idee sino al cibo.