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Il Papa è in Grecia, seconda tappa del viaggio

04 dicembre 2021 | 10.48
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Bergoglio è arrivato all’aeroporto internazionale di Atene. Al Palazzo presidenziale la cerimonia di benvenuto

(Afp)
(Afp)

Dopo aver lasciato Cipro il Papa è arrivato in Grecia, seconda tappa del suo viaggio. Bergoglio è arrivato all'aeroporto internazionale di Atene dove è stato accolto dal ministro degli Affari Esteri. Quattro bambini, di cui due in abito tradizionale, gli hanno donato un omaggio floreale.

Al Palazzo presidenziale di Atene la cerimonia di benvenuto. Al suo arrivo, il Pontefice è stato accolto dalla presidente della Repubblica Ellenica, Katerina Sakellaropoulou.

Nel suo discorso alle autorità greche e alla società civile il Papa ha sottolineato che "la pandemia è la grande avversità. Ci ha fatti riscoprire fragili e bisognosi degli altri. Anche in questo Paese è una sfida che comporta opportuni interventi da parte delle Autorità – penso alla necessità della campagna vaccinale – e non pochi sacrifici per i cittadini". Bergoglio coglie l’occasione per appellarsi nuovamente alle cure per tutti.

Nel suo intervento anche un monito: "C’è un arretramento di democrazia nel Continente europeo e non solo". "In questa città - dice il Pontefice - lo sguardo, oltre che verso l’Alto, viene sospinto anche verso l’altro. Cittadini: qui l’uomo ha preso coscienza di essere 'un animale politico' e, in quanto parte di una comunità, ha visto negli altri non dei sudditi, ma dei cittadini, con i quali organizzare insieme la polis. Qui è nata la democrazia. La culla, millenni dopo, è diventata una casa, una grande casa di popoli democratici: mi riferisco all’Unione Europea e al sogno di pace e fraternità che rappresenta per tanti popoli".

"Non si può, tuttavia, che constatare con preoccupazione - denuncia Francesco - come oggi, non solo nel Continente europeo, si registri un arretramento della democrazia. Essa richiede la partecipazione e il coinvolgimento di tutti e dunque domanda fatica e pazienza. E' complessa, mentre l’autoritarismo è sbrigativo e le facili rassicurazioni proposte dai populismi appaiono allettanti. In diverse società, preoccupate della sicurezza e anestetizzate dal consumismo, stanchezza e malcontento portano a una sorta di ‘scetticismo democratico’. Ma la partecipazione di tutti è un’esigenza fondamentale; non solo per raggiungere obiettivi comuni, ma perché risponde a quello che siamo: esseri sociali, irripetibili e al tempo stesso interdipendenti".

Bergoglio registra un altro scetticismo: "Nei confronti della democrazia provocato dalla distanza delle istituzioni, dal timore della perdita di identità, dalla burocrazia. Il rimedio a ciò non sta nella ricerca ossessiva di popolarità, nella sete di visibilità, nella proclamazione di promesse impossibili o nell’adesione ad astratte colonizzazioni ideologiche, ma sta nella buona politica. Perché la politica è cosa buona e tale deve essere nella pratica, in quanto responsabilità somma del cittadino, in quanto arte del bene comune".

Il Papa scuote l’Europa sulle politiche migratorie. Parlando alle autorità greche ad Atene, osserva: "Questo Paese, improntato all’accoglienza, ha visto in alcune sue isole approdare un numero di fratelli e sorelle migranti superiore agli abitanti stessi, accrescendo così i disagi, che ancora risentono delle fatiche della crisi economica. Ma anche il temporeggiare europeo perdura: la Comunità europea, lacerata da egoismi nazionalistici, anziché essere traino di solidarietà, alcune volte appare bloccata e scoordinata".

"Se un tempo - considera - i contrasti ideologici impedivano la costruzione di ponti tra l’est e l’ovest del continente, oggi la questione migratoria ha aperto falle anche tra il sud e il nord". Da qui il monito: "Vorrei esortare nuovamente a una visione d’insieme, comunitaria, di fronte alla questione migratoria, e incoraggiare a rivolgere attenzione ai più bisognosi perché, secondo le possibilità di ciascun Paese, siano accolti, protetti, promossi e integrati nel pieno rispetto dei loro diritti umani e della loro dignità. Più che un ostacolo per il presente, ciò rappresenta una garanzia per il futuro, perché sia nel segno di una convivenza pacifica con quanti sempre di più sono costretti a fuggire in cerca di casa e di speranza".

"Sono i protagonisti - dice il Papa - di una terribile moderna odissea. Mi piace ricordare che quando Ulisse approdò a Itaca non fu riconosciuto dai signori del luogo, che gli avevano usurpato casa e beni, ma da chi si era preso cura di lui. La sua nutrice capì che era lui vedendo le sue cicatrici. Le sofferenze ci accomunano e riconoscere l’appartenenza alla stessa fragile umanità sarà di aiuto per costruire un futuro più integrato e pacifico. Trasformiamo in audace opportunità ciò che sembra solo una malcapitata avversità!".

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