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Militare morto, il pm: "Accertamenti senza guardare in faccia nessuno"

12 marzo 2021 | 17.43
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Intervista al magistrato che coordina indagine sul decesso di Paternò, tra gli indagati l'Ad AstraZeneca

Il pm Gaetano Bono
Il pm Gaetano Bono

"Fino a questo momento non è emersa alcuna correlazione tra la morte del sottufficiale Paternò e la somministrazione del vaccino AstraZeneca. Noi stiamo facendo tutti gli accertamenti. Senza guardare in faccia nessuno. L’analisi delle ipotesi prende in considerazione tutti i soggetti che potrebbero essere coinvolti nella vicenda, senza escludere nessun livello di responsabilità. Dalla fabbricazione al trasporto, alla consegna fino alla somministrazione del vaccino". A parlare, in una intervista esclusiva all'Adnkronos, è il pm di Siracusa Gaetano Bono che, con la Procuratrice Sabrina Gambino, coordina l'inchiesta sulla morte del secondo caporale scelto Stefano Paternò di 42 anni. Sono quattro le persone iscritte, fino a questo momento, nel registro degli indagati, sono tutte accusate di omicidio colposo. Ma potrebbero aumentare nei prossimi giorni. Tra gli indagati spicca la figura di Lorenzo Wittum, amministratore delegato di AstraZeneva. La Procura parla di "atto dovuto" in vista dell'autopsia che sarà eseguita domani. Tra gli altri ci sono un medico e un infermiere che si sono occupati della somministrazione del vaccino a Paternò. "Le iscrizioni nel registro degli indagati sono avvenute soltanto questa mattina - spiega il pm - perché ho ricevuto alle dieci di ieri sera l'informativa dei Carabinieri del Nas. E soltanto dopo avere letto l'informativa è stato possibile fare le iscrizioni degli indagati".

I carabinieri, come emerge dall'informativa, escludono che ci possano essere stati problemi di conservazione del lotto del vaccino AstraZeneca, "nella linea di trasporto". E ci sarebbero anche le prove. "È tutto tracciato - si evince dalla documentazione fornita al pm - I livelli di temperature del freddo sono stati rispettati".

Il pm ribadisce più volte che "bisogna evitare inutili allarmismi". "Fino a questo momento non è emerso un nesso tra il vaccino e la morte della vittima - dice - dobbiamo aspettare intanto l'autopsia che ci darà un quadro più chiaro". E per questo motivo, la Procura ha nominato un pool di esperti composto da quattro professionisti che parteciperanno all'autopsia che si terrà domani pomeriggio a Catania. Si tratta di uno specialista in medicina legale, uno specialista in ematologia, che ha esperienze nel campo di emostasi e trombosi ("un esperto a livello internazionale", dice il pm, un esperto in tossicologia medica e uno specialista in malattie infettive. "Da qui si dovrebbe sapere qualcosa in più", dice il pm.

Dopo avere ricevuto la denuncia dei familiari di Paternò, il pm ha disposto il sequestro dei flaconi utilizzati quel giorno all'ospedale militare. Ma poi, il sequestro è stato poi esteso a tutto il lotto ABV 2856, dopo avere appreso di altre due morti ritenute sospette. Quelle del poliziotto della Squadra mobile di Catania, Davide Villa e del maresciallo dei Carabinieri, Giuseppe Maniscalco di Trapani. Anche se ieri, dall'autopsia eseguita sul sottufficiale di Trapani è emerso che il vaccino non c'entra con la sua morte, perché a causare il decesso è stato un infarto del miocardio.

"Non stiamo lasciando nulla di intentato - spiega il pm Bono - Vogliamo trovare eventuali livelli di responsabilità che ci sono state". E la Procura sta facendo accertamenti su tutta la filiera del vaccino. "Tutti gli aspetti che partono dalla fabbricazione del vaccino che passano dal normale iter, come la distribuzione e il trasporto ma anche la conservazione e la consegna del vaccino. Sono tutti aspetti che stiamo prendendo in considerazione".

"Fino a questo momento non sappiamo cosa è successo - tiene a sottolineare il magistrato - l'unico dato oggettivo certo che è c’è una correlazione nella cronologia tra la somministrazione e il decesso. Poi c’è un altro dato, cioè la coincidenza della morte di Paternò e quella del poliziotto catanese Davide Villa e il maresciallo dei Carabinieri Giuseppe Maniscalco. In questi ultimi due casi la somministrazione è avvenuta prima, ma c’è la coincidenza del numero del lotto. Non possiamo spingerci a fare delle ipotesi per potere indicare quello che è successo". "Dopo avere avuto la conferma dai Nas che le altre due morti sospette avevano avuto somministrato il vaccino dello stesso lotto di AstraZeneca - dice il pm - a quel punto ho fatto una valutazione prudenziale e precauzionale e ho deciso di sequestrare tutto il lotto. Ora vediamo quello che c’è e cosa è successo. Rimangono da sequestrare 35.000 mila dosi cioè 3.500 flaconi, tutti gli altri sono stati già altri somministrati".

E poi il magistrato sottolinea ancora: "Chiunque dica che c’è una correlazione certa tra il vaccino e la morte del sottufficiale dice una sciocchezza, l’indagine viene fatta anche per questo". "La cosa fondamentale è che la campagna vaccinale non ha ragione di interrompersi sulla base di questa indagine - spiega - Se si volesse iniziare a dubitare della campagna vaccinale sulla base di quello che è successo, sarebbe grave. Finora non lo sappiamo quello che è accaduto. La cosa certa è che il lotto oggetto di questi fatti è stato sequestrato". Complessivamente sono state sequestrate 215 mila dosi su 250 mila in tutta Italia.

Cosa si aspetta la Procura da questa inchiesta? "Che possa stabilire come è morto Paternò - dice - perché secondo me uno dei lasciti più devastanti della pandemia è che stiamo perdendo la sensibilità verso la morte. Era un papà con due figli piccoli. Ci dimentichiamo cosa può significare per le persone che subiscono la perdita di una persona cara, ecco perché dobbiamo capire cosa è successo a Paternò. Ci aspettiamo questo dall'inchiesta. Era un militare che non aveva problemi di salute. Dobbiamo scoprire la causa della morte ma non stiamo guardando in faccia nessuno...". (dall'inviata Elvira Terranova)

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