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"Il popolo di Dio non perdona", anatema del Papa a preti attaccati ai soldi

18 novembre 2016 | 12.29
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Papa Francesco (Afp) - AFP
Papa Francesco (Afp) - AFP

Nuovo anatema di Papa Francesco ai preti attaccati ai soldi. "Il popolo di Dio che ha un grande fiuto sia nell'accettare, nel canonizzare come nel condannare - perché il popolo di Dio ha capacità di condannare - perdona tante debolezze, tanti peccati ai preti; ma non può perdonarne due: l'attaccamento ai soldi, quando vede il prete attaccato ai soldi, quello non lo perdona, o il maltrattamento della gente, quando il prete maltratta i fedeli: questo il popolo di Dio non può digerirlo, e non lo perdona", tuona Francesco nell'omelia a Santa Marta.

"Le altre cose, le altre debolezze, gli altri peccati … sì, non sta bene, ma pover'uomo è solo, è questo… e cerca di giustificare. Ma la condanna non è tanto forte e definitiva: il popolo di Dio ha saputo capire, questo. Lo stato di signore che ha il denaro e porta un sacerdote a essere padrone di una ditta o principe o possiamo andare in su", avverte il Pontefice nell'omelia di cui riferisce Radio Vaticana.

Alla celebrazione erano presenti i segretari dei nunzi apostolici, in Vaticano per il Giubileo dei collaboratori delle rappresentanze pontificie organizzato dalla Segreteria di Stato.

Il Papa attinge dal passo del Vangelo nel quale Gesù caccia i mercanti dal Tempio che hanno trasformato la casa di Dio, un luogo di preghiera, in un 'covo di ladri'. "Il Signore - spiega il Papa - ci fa capire dove è il seme dell'anticristo, il seme del nemico, il seme che rovina il suo Regno: l'attaccamento al denaro. Il cuore attaccato ai soldi è un cuore idolatra". Gesù, ricorda Francesco, dice che "non si possono servire due signori, due padroni, Dio e il denaro. Il denaro è 'l'anti-Signore'".

Conclude il Papa: "siate coraggiosi. Fate scelte. Denaro sufficiente, quello che ha un onesto lavoratore, il risparmio sufficiente, quello che ha un onesto lavoratore. Ma non è lecito, questo è un'idolatria, l'interesse. Il Signore a tutti noi ci dia la grazia della povertà cristiana. Che il Signore ci dia la grazia di questa povertà di operai, di quelli che lavorano e guadagnano il giusto e non cercano di più".

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