La prova di come siamo caduti in basso viene dai premi concordati con i giocatori. Per la prima volta agli azzurri basterà arrivare ai quarti per mettersi comunque in tasca qualcosa. Meno di quanto pubblicato oggi dai giornali - dalla Federcalcio è stata preparata una tabella rapportata ai possibili premi garantiti dall’Uefa - ma insomma quanto basta per fare felice anche un calciatore (si parla comunque di una cifra che si avvicina ai 100 mila euro).
In un campionato europeo arrivare in semifinale è sempre stato considerato obiettivo minimo. Nel 2008, ad esempio, l’allora ct Donadoni venne addirittura sostituito dopo aver perso nei quarti ai rigori con la Spagna che poi avrebbe vinto il torneo. Per non ricordare che ci siamo presentati qui in Francia da vice-campioni, grazie alla finale agguantata dalla nazionale di Prandelli (e Balotelli, ebbene sì) quattro anni fa in Polonia e Ucraina.
Eppure questo premio garantito anche per i quarti di finale non deve fare scandalo. L’Italia di oggi è effettivamente un’Italietta. Lo sappiamo tutti e ci apprestiamo a seguire la partita con il Belgio aggrappati alla speranza che storicamente le difficoltà, se non proprio la consapevolezza di una certa inferiorità, spingono i calciatori, ma non solo i calciatori, italiani a dare il massimo, a ottenere risultati apparentemente irraggiungibili.
Fra Italia e Belgio, a parte la normale imprevedibilità del calcio, a tenere aperto il pronostico oggi è solo la storia. I nostri avversari sono più bravi, giocano mediamente in squadre più forti e valgono (valore di mercato) complessivamente molto più degli azzurri: 550,2 contro 327,6 milioni, secondo il Cies, l’osservatorio sul calcio dell’Università di Neuchatel. Qualcuno pensa che, oltre alla storia, anche la bravura di Conte possa aiutare a colmare il gap fra Belgio e Italia. E’ la seconda volta che ci affidiamo a un allenatore, scelto per il suo carisma e il suo talento, più che al campione o ai campioni di turno. Un quarto di secolo fa, il tempo passa, toccò a Sacchi, oggi a Conte. Ma Sacchi aveva Roberto Baggio, Conte no. E comunque Forza Italietta!