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Euro 2016: il rigore di Teotino, Italia-Spagna non una beffa ma un'ingiustizia

22 giugno 2016 | 16.23
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 - AFP
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Ricapitolando. L’Italia stasera potrebbe essere l’unica squadra a concludere la prima fase degli Europei a punteggio pieno, tre vittorie su tre, e in premio le toccherebbero, in ordine: Spagna, e cioè i campioni europei in carica; Germania, e cioè i campioni del mondo in carica; Francia, e cioè i padroni di casa e grandi favoriti del torneo; per arrivare a una finale magari con il Belgio, secondo dietro l’Argentina nell’attuale ranking Fifa, già strabattuto, ma in condizione di arrivare all’ultimo atto molto più fresco, dopo aver goduto di un cammino senza ostacoli troppo alti.

Una suberbeffa da accettare con sportività perché figlia dell’aleatorietà del sorteggio? Neanche per sogno. Il tabellone a eliminazione diretta di questa edizione degli Europei è l’inevitabile prodotto di un format ridicolo e di un regolamento cervellotico.

Quando mai si era vista, tanto per fare un solo esempio, una squadra che perde le prime due partite, senza discussione e senza segnare un solo gol, avere invece ancora, come la Turchia incredibilmente ha, la possibilità di passare il turno? Per quale motivo quattro squadre vincitrici di girone hanno il diritto di giocare ottavi di finale in carrozza, contro squadre ripescate, mentre soltanto due, l’Italia e forse il Portogallo, si vedono affibbiare una seconda classificata? Ieri osservavamo come la svolta “populista” di Platini, con l’allargamento della partecipazione a 24 squadre, avesse nuociuto alla spettacolarità della manifestazione.

Oggi scopriamo che ne ha inficiato anche la regolarità. Bastava un po’ di buonsenso per evitarlo. Visto che era prevedibile che l’allungamento del torneo e l’inserimento di squadre di livello tecnico mediocre avrebbero indotto le nazionali più forti a partire piano, pensando a risparmiare energie, si poteva pensare a un tabellone finale più flessibile che premiasse, ad esempio, le nazionali capaci nella prima fase di ottenere più punti e una migliore differenza reti, riservando a loro le ripescate e destinando alle prime classificate meno efficaci la sfida con le seconde.

Non è andata così. Gli sforzi prolungati, con sfide ripetute a pochi giorni di distanza e ad alto carico di adrenalina, normalmente si pagano. Ecco perché, con tutte le grandi nella stessa parte del tabellone, c’è il rischio concreto che alla fine non vincerà il migliore.

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