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Euro 2016: Il rigore di Teotino, Italia anglosassone contro Germania latina

02 luglio 2016 | 16.03
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Il ct dell'Italia, Antonio Conte (foto AFP) - AFP
Il ct dell'Italia, Antonio Conte (foto AFP) - AFP

Si affrontano stasera a Bordeaux una squadra latina e una squadra anglosassone. La squadra latina è la Germania, la squadra anglosassone è l’Italia. Il mondo alla rovescia. O più semplicemente il calcio alla rovescia. D’accordo, è una visione un po’ estremizzata degli stili di gioco delle due nazionali, ma piuttosto vicina alla realtà. La Germania, da una decina d’anni a questa parte, non è più la Germania di una volta, tutta solidità e forza fisica. No.

È diventata una formazione estrosa, ricca di talento e fantasia, profondamente contaminata dal calcio tecnico alla spagnola, ancora da prima che arrivasse Guardiola a trasformare persino il tradizionalissimo Bayern Monaco.

Addirittura, la Mannschaft che fu di Uwe Seeler, di Gerd Muller, di Horst Hrubesch e anche di Miro Klose, tutti centravanti Doc, pura razza goleador, giocatori che non dovevano lavorare per la squadra perché era la squadra a lavorare per loro, si è trovata a giocare con il falso nueve, quasi un insulto alla storia, prima di rispolverare, nelle ultime uscite, nientemeno che Mario Gomez, oscuro oggetto dello scherno dei tifosi della Fiorentina.

Dall’altra parte c’è un’Italia che, non avendo più i Rivera, i Brunoconti, gli Antognoni, i Paolorossi, i Robertobaggio, i Totti, si è trasformata in una macchina dagli ingranaggi perfettamente calibrati, un capolavoro di organizzazione (alla tedesca, verrebbe da dire), che pone freschezza atletica e corsa alla base delle sue prestazioni.

Gli azzurri si sono già sciroppati oltre 455 chilometri nelle prime quattro partite, 9 in più dei colleghi tedeschi, nessuno in questi Europei ne ha fatti così tanti. Sarà una sfida anomala, a parti rovesciate, che naturalmente ci auguriamo finisca con lo stesso risultato di sempre. Nell’eterno confronto fra Italia e Germania ormai soltanto al pallone possiamo rimanere aggrappati. E anche lì partiamo battuti, a guardare i fondamentali.

Il sistema calcio tedesco è un gioiello se paragonato a quello italiano: bilanci in ordine, equilibrio economico e competitivo, stadi moderni, sicuri e completamente pieni. Come non bastasse, loro adesso sono pure campioni del mondo. Però poi in campo questi valori in genere si ribaltano. C’è sempre un Rivera, un Tardelli, un Del Piero, un Balotelli a ribaltare le gerarchie. Stavolta tocca a Conte cancellare lo spread.

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