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Il ritocco 2.0, dal 'policonsumo' al lifting precoce e di coppia

09 maggio 2014 | 17.18
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Il ritocco 2.0, dal 'policonsumo' al lifting precoce e di coppia

(Adnkronos Salute) - "Buongiorno dottore. Ho letto su Internet che c'è un nuovo intervento, lo voglio anch'io". Suona così la domanda che perseguita il chirurgo estetico nell'era digitale, con la super-informazione che in Rete viaggia sempre più veloce, si automoltiplica e ci rincorre su tablet e smartphone. "Oggi l'errore di fondo è venire da noi come si va in un negozio per comprare una borsa: magari quella che hai in mente nel tuo caso è un pugno in un occhio". Paolo Santanché, chirurgo plastico, riassume con una metafora il ritocco di bellezza '2.0'. "Il nuovo paziente - spiega all'Adnkronos Salute - chiede sostanzialmente di tutto". Dedito al 'policonsumo', ma con la pretesa del "risultato naturale: vedere il miglioramento, non l'intervento". Escono allo scoperto gli uomini, "saliti al 20% del totale e in crescita costante". Ed è boom per il lifting: sempre più precoce, spesso 'di coppia'. "Moglie e marito vengono insieme e si regalano un ringiovanimento per due". Santanché - co-conduttore della trasmissione 'Bellessere' in onda su Class Tv - rivendica "l'aspetto medico della chirurgia estetica contro quello commerciale. Il fine ultimo è curare", perché se è vero che "l'inestetismo non è una malattia, lo è il disagio che provoca. Per prima cosa il chirurgo deve sintonizzarsi sulla lunghezza d'onda del paziente per capire cosa chiede e perché, quali sono le sue aspettative, spesso sbagliate, e per guidarlo all'intervento più adatto". Vietate le "scorciatoie", tentazione di molti operatori del settore "un po' per compiacere il paziente, un po' per mascherare una scarsa manualità". Ma la corsa alle tecniche 'low-cost' non passa di moda, anzi. E così, "nella casistica di un chirurgo di buon livello - testimonia l'esperto - oggi il paziente intatto", la 'pagina bianca', "è una specie in via di estinzione. Più o meno tutti hanno già fatto qualcosa e gli interventi riparativi sono intorno al 40%. Risultato: maggiori costi invece che risparmi, più disagi e a volte errori difficili da cancellare". Il problema, continua Santanché, è che "dietro lo stesso nome ci sono interventi completamente diversi". E molto spesso la discriminante è il prezzo. "'Quanto costa?' è fra le prime domande che il paziente rivolge - racconta il chirurgo - Ma è come chiedere quanto costa genericamente un'auto. Pensando di risparmiare molti vanno nell'Est Europa, tornando indietro senza la possibilità di essere seguiti nel periodo chiave del follow-up. Allora vengono da noi" per il 'bis' correttivo, a volte un'impresa disperata. L'esperto raccomanda: "Occhio al prezzo giusto' e al rischio 'bidone': dietro una cifra ci sono anche la qualità dei materiali e la bravura del chirurgo". "Gli interventi più gettonati restano l'ingrandimento del seno, la liposuzione e la rinoplastica", elenca Santanché. Soprattutto, si registra "un grandissimo incremento del face-lifting tradizionale, nonostante la concorrenza di chi propugna i mini-interventi 'della pausa pranzo'". Oggi il popolo del lifting è fatto "da persone sempre più giovani, tanti uomini. Ed è giusto intervenire presto, tra i 40 e i 50 anni, quando non sembra essercene bisogno. In questo modo ritrovarsi 10 anni di meno sul viso significa 'duplicare' il decennio migliore della vita", dai 30 ai 40. A bussare al chirurgo ci sono pure "madri che hanno fatto un intervento tardi, e accompagnano le figlie giovani perché non debbano soffrire i loro complessi". Se "le donne restano la maggioranza", i maschi le rincorrono: "Chiedono la liposuzione per asciugare pancia e fianchi, lifting, tantissima blefaroplastica" per le palbebre. E "correggono le orecchie a sventola", un tempo coperte dalla moda dei capelli lunghi. L'obiettivo, insomma, è "la ricerca dell'armonia tra se stessi e la propria immagine, per vivere meglio insieme a all'unica persona che non ti lascerà mai: te stesso".

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