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Rifiuti: cresce raccolta umido, 7,1 mln di tonnellate nel 2018 (+7,5%)

04 maggio 2020 | 18.34
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(Fotolia)
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Il settore del biowaste non si ferma e nel 2018 la raccolta dell’organico in Italia raggiunge 7,1 milioni di tonnellate, con un incremento del 7,5% rispetto all'anno precedente. I dati arrivano dal Cic, il Consorzio Italiano Compostatori, sottolineando il lavoro delle aziende associate che, in questo periodo così difficile per l'intero paese, hanno garantito e continuano a garantire i propri servizi grazie all’impegno delle lavoratrici e dei lavoratori del settore.

“Non possiamo che ringraziare tutti i lavoratori del settore per ciò che stanno facendo in questo periodo, assicurando la continuità di filiera e scongiurando altre pericolose emergenze ambientali. Le nostre aziende e gli impianti industriali del nostro settore stanno tenendo duro e stanno mettendo in atto tutte le strategie possibili per restare al servizio della comunità e far sì che, una volta rientrata l’emergenza, la catena possa riprendere in piena operatività e senza contraccolpi”, dichiara Massimo Centemero, direttore del Cic.

Per dare un segnale di continuità con il lavoro di raccolta, di supporto e di analisi svolto in questi anni, il Cic ha rielaborato i dati 2018 del rifiuto organico e degli impianti italiani a partire dai dati del Rapporto Rifiuti Edizione 2019 dell’Ispra, per raccontare l’andamento della raccolta dei rifiuti organici in Italia. Sono 7,1 milioni le tonnellate di rifiuti organici (umido, verde e altre matrici organiche provenienti dalla raccolta differenziata) raccolte in Italia.

In particolare, si calcolano 5,1 milioni di tonnellate di Forsu, cui si aggiungono quasi 2 milioni di tonnellate di frazione verde: la raccolta dell’organico aumenta dunque del 7,5% rispetto all’anno precedente (+500.000 kg) e si conferma la frazione più importante per la raccolta differenziata. I cittadini italiani differenziano circa 17,5 milioni di tonnellate, il 40,4% dei quali rappresentano il rifiuto organico (Forsu e verde). “Dopo un anno di crescita limitata tra il 2016 e il 2017, gli ultimi dati disponibili confermano il trend di crescita della Rd dei rifiuti organici con dati evolutivi da record dovuti principalmente alla frazione umida che dal 2017 al 2018 è passata da 4,5 a 5,1 milioni di tonnellate. Il verde, al contrario, dal 2016 (anno di approvazione del collegato agricolo) ha smesso di crescere, registrando una sostanziale flessione nel 2017 e nel 2018" osserva Flavio Bizzoni, presidente del Consorzio Italiano Compostatori."La generazione di scarto verde non è diminuita ma sono calati raccolta e trattamento, con la conseguenza che una parte di questo rifiuto è uscito dai radar della tracciabilità”. A livello nazionale il dato procapite di rifiuto organico intercettato ci mostra un’impennata importante, passando da 108 a 117 kg/abitante/anno. In particolare, in Emilia Romagna nel 2018 sono stati raccolti in modo differenziato più di 170 kg/abitante di rifiuto organico.

Al primo posto per quantità di frazione organica raccolta si conferma la Lombardia, con quasi 1,3 milioni di tonnellate annue, in aumento rispetto all’anno precedente quando la raccolta si attestava su 1,2 milioni. Al secondo posto sale l’Emilia Romagna, che con circa 794.000 tonnellate supera il Veneto, che quest’anno scende al terzo posto (750.000 t ca) registrando un lieve calo nella raccolta. Stabili al quarto e quinto posto la Campania (680.000 t ca) e il Lazio (550.000 t ca).“Le stime di crescita ci portano a traguardare per il 2025 quota 9.200.000 tonnellate di rifiuto organico raccolto in Italia, ovvero più di 150 Kg/ab/anno”, analizza Massimo Centemero, direttore del Cic. “Per questo è fondamentale continuare a lavorare soprattutto nelle regioni del Centro e del Sud: al momento, rispetto alla RD media pro-capite italiana, ben 5 regioni del Sud su 6 sono al di sotto. La sola Campania è in media, ma non ha registrato sostanziali passi in avanti negli ultimi anni. Nell’ultimo anno la Sicilia è l’unica regione del Centro - Sud ad aver mostrato un netto incremento della raccolta, passando da 208.000 t a 300.000 t ca”. La filiera del rifiuto organico coinvolge numerose attività, dai servizi di raccolta e trasporto, ai servizi di studio, ricerca e progettazione e delle tecnologie per il trattamento del rifiuto organico. Il settore biowaste ha dunque importanti ricadute economiche ed occupazionali. Nel 2018, secondo le proiezioni del Consorzio Italiano Compostatori, il volume d’affari generato è stato pari a 1,9 miliardi di euro di fatturato, mentre i posti di lavoro generati 10.620 (+8% rispetto al 2016): in pratica 1,5 posti di lavoro ogni 1.000 t di rifiuto organico. Con una raccolta differenziata a regime in tutta Italia, secondo il Cic, si potrebbe arrivare a 13.000 addetti e 2,5 miliardi di euro comprensivi dell’indotto generato.

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