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Ilva, fonti ministero: nessuno sarà licenziato o lasciato solo

31 maggio 2017 | 12.42
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"L’organico delle società Ilva oggetto del trasferimento è composto da 14.220 lavoratori ad oggi effettivi, di cui circa 2.400 in cassa integrazione. La differenza tra la situazione attuale e quella post-acquisizione sarebbe dunque di circa 2.400 persone in più in cassa integrazione". A spiegarlo sono fonti Mise in merito alla proposta presentata dalla cordata ArcelorMittal-Marcegaglia.

In riferimento alle interpretazioni relative alle proposte di acquisto, le fonti precisano "che i livelli occupazionali sono legati a quelli produttivi. La produzione di Ilva è limitata per i prossimi anni a 6 milioni di tonnellate, fino al completamento del piano ambientale. Tale limite costituisce una prescrizione del ministero dell’Ambiente per garantire il rispetto degli standard emissivi".

L’offerta di AM Investco, riferiscono le stesse fonti, "prevede l’assunzione di 9.407 lavoratori, mentre resterebbero in cassa integrazione nell’amministrazione straordinaria 4.813 persone".

Questa offerta, rilevano, "è suscettibile di miglioramento per espressa dichiarazione di disponibilità dell’offerente e sarà oggetto di un confronto con i sindacati nella trattativa per il raggiungimento dell’accordo sindacale. Si rammenta che tale accordo è condizione sospensiva per il trasferimento all’acquirente dell’azienda".

In ogni caso, sottolineano le fonti del Mise, "tutti i lavoratori che non verranno assunti dall’acquirente rimarranno in capo all’amministrazione straordinaria per tutta la durata del programma e potranno essere impiegati nelle attività di decontaminazione che saranno eseguite dalla procedura". Insomma, "nessun lavoratore sarà dunque, in ogni caso, licenziato e/o lasciato privo di protezione".

Intanto, a conclusione del consiglio di fabbrica, uno sciopero di quattro ore (le ultime del primo turno) è stato proclamato per domani mattina dai sindacati dell'Ilva di Taranto (Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil e Usb). Le Rappresentanze sindacali unitarie dello stabilimento siderurgico jonico, il più grande e importante del gruppo, respingono "con forza i numeri degli esuberi presentati da entrambe le cordate nei loro piani che risultano così non negoziabili" e si dichiarano "indisponibili a negoziare sui piani industriali presentati. I piani vanno riscritti garantendo salute, ambiente occupazione e salari".

Rispetto alla convocazione prevista per domani presso il Ministero dello sviluppo economico, Fim, Fiom Uilm Usb invitano tutti lavoratori "all'unità per poter affrontare insieme questa difficile vertenza, chiedendo agli stessi la massima partecipazione alla prima iniziativa di sciopero".

Quest'ultima riguarderà i lavoratori diretti e degli appalti, in concomitanza dell'incontro con presidio sotto la portineria - direzione fino a termine della riunione al Mise. Subito dopo verranno programmate le assemblee e messe in campo ulteriori iniziative di mobilitazione.

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