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Ilva, Renzi: "Valuteremo anche l'ipotesi di un intervento pubblico". Vendola: "E' la via maestra"

03 dicembre 2014 | 16.51
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Il premier al question time alla Camera: "Dobbiamo affrontare le questioni ambientali e far tornare l'azienda sul mercato". Sulla siderurgia: "Serve un piano strategico non risme di documenti. Faremo tutto il necessario". E sottolinea: "Sulla politica industriale no a sguardo ideologico"

L'Ilva (Infophoto) - INFOPHOTO
L'Ilva (Infophoto) - INFOPHOTO

Sull'Ilva di Taranto il governo valuterà nelle prossime ore anche l'ipotesi "di un intervento pubblico, per un certo periodo di tempo, con cui affrontare le questioni ambientali e contemporaneamente far tornare l'azienda sul mercato, leader in Europa". Così il premier Matteo Renzi nel corso del question time alla Camera.

Per il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, la volontà espressa dal presidente del Consiglio di "un intervento pubblico, ad esempio con l'intervento della Cassa depositi e prestiti, per farsi carico dei problemi di liquidità, di bonifica e per il rilancio della siderurgia è la via maestra. Spero che non sia solo una boutade. E' la strada che va coltivata". Salvare l'Ilva - ha aggiunto - è una priorità perché "in mezzo ci sono 20 mila famiglie e l'industria siderurgica. In gioco quindi un pezzo di futuro dell'Italia".

Ast - Il presidente del Consiglio nel corso del question time ha anche commentato l'intesa raggiunta al Mise tra Ast e sindacati: "La centralità dell'impresa siderurgica è per noi essenziale e non posso che esprimere la soddisfazione del governo e del Parlamento per l'accordo raggiunto pochi minuti fa sull'Ast di Terni".

Siderurgia - Rispondendo a una domanda sull'industria siderurgica, Renzi ha detto: "Disponibilità totale a discutere nel merito ma prima serve un piano strategico che non sia una risma di documenti, ma un piano concreto". "Faremo qualunque cosa sarà necessario fare", ha assicurato. "Confermo l'impegno a utilizzare meglio i denari Ue - ha aggiunto - non è un problema di rinvenire i soldi, ma di come li spendiamo e troppo spesso i mille rivoli sono stati il vero problema".

"E' evidente che nel piano industriale dei prossimi anni occorrerà affrontare le partite senza nessuno sguardo ideologico", ha detto il premier spiegando la 'filosofia' del governo sulle politiche industriali. E' questo che spiega, ha proseguito, "l'attenzione dell'esecutivo per tante vertenze, da Alitalia Ad Electrolux, da Gela alle Ferriere di Trieste, da Piombino al recente accordo sull'Ast".

Ma anche, ha continuato Renzi, "l'impegno in prima linea con grande determinazione" per consentire a imprese e lavoratori "che hanno voglia, coraggio e determinazione, di rimettere in piedi l'economia e le aziende italiane nonostante i tanti segnali di protesta e di prevaricazione che talvolta vengono da fuori".

Dettagliando l'Industrial compact che attende il Paese Renzi ha preannunciato "la riduzione della pressione fiscale sulle imprese, la semplificazione delle regole del gioco e l'individuazione di chiare linee strategiche che è mancata negli anni passati". Aggiungendo poi al quadro "la riforma del mercato del lavoro e investimenti forti e credibili in alcuni settore strategici che non abbandoneremo mai", ha assicurato.

Infine, parlando delle minacce subite dal deputato Pd, ex operaio Thyssen, per il suo voto al Jobs act, Renzi ha dichiarato: "Accusare Boccuzzi di quello di cui è stato accusato è ingiusto e immorale e mi fa vergognare di tante delle considerazioni espresse".

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