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Imam Francia: "Atto criminale andare ora in moschea per Ramadan"

20 aprile 2020 | 14.59
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Non usa mezzi termini Hassen Chalghoumi, presidente della Conferenza degli Imam di Francia, che in un'intervista ad Aki - Adnkronos International parla di un ''Ramadan triste, ma di rinascita''

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E' ''un atto criminale e non di fede andare in moschea durante questo Ramadan''. Non usa mezzi termini Hassen Chalghoumi, presidente della Conferenza degli Imam di Francia, che in un'intervista ad Aki - Adnkronos International parla di un ''Ramadan triste, ma di rinascita'' nel pieno della crisi causata dal coronavirus. ''Coordinandoci con il ministero degli Interni e con le prefetture, abbiamo deciso di chiudere tutte le moschee in Francia'', spiega, sottolineando il fatto che ''la polizia e le forze dell'ordine interverranno anche con la forza per evitare la frequentazione delle moschee''. Perché ''ora dobbiamo pensare a proteggere noi e gli altri, proteggere le nostre famiglie restando a casa. Dobbiamo prenderci delle responsabilità''.

''Il Ramadan è il mese più sacro per noi - prosegue - Ma quest'anno le preghiere dovranno tenersi a casa. Sia le preghiere individuali, sia quelle della sera. Le faremo tra i familiari''. L'Imam rassicura sul fatto che i fedeli ''devono sapere che avranno la stessa ricompensa restando a casa, proteggendosi. Sfortunatamente siamo in un periodo eccezionale, difficile. Dove la gioia dell'iftar, il pasto che rompe il digiuno, non potrà essere collettivo. Ma è così dappertutto, dall'Egitto all'Arabia Saudita''. Un aiuto potrebbe arrivare dalle piattaforme come ''Zoom, certo. Io ogni giorno mi connetto con tantissime persone per parlare, chiedere come va...''.

Attenzione, dice Chalghoumi, alle ''moschee clandestine, che sono vietate. Quaranta-cinquanta persone che si riuniscono in un appartamento a pregare pensando di proteggersi grazie alla fede o all'imam che guida la preghiera. Non è così. In questo modo ci si mette in pericolo e si mettono in pericolo gli altri''.

C'è poi una questione che ''interessa particolarmente'' il presidente della Conferenza degli Imam di Francia, ovvero la sopravvivenza delle moschee in Francia, delle loro ''finanze''. ''Il Ramadan è il periodo della carità, molte moschee vivono grazie ai soldi che ricevono durante il Ramadan e per questo sarà necessario trovare alternative. Quest'anno sarà difficile la contabilità delle moschee, ma bisogna pensare alle famiglie. Alle moschee abbiamo chiesto di organizzarsi in modo autonomo, in coordinamento con le prefetture, per provvedere alla carità verso chi non ha mezzi''.

Chalghoumi riflette anche sul fatto che il Ramadan è ''equilibrio tra spirito e corpo. Ma in questo momento è anche equilibrio tra bisogni e possibilità. Tra quello che si può e non si può''. Questo vale per ciò che è permesso, ma anche per il fatto che ''con i negozi chiusi e ''con le difficoltà economiche causate dalla crisi è richiesto un ''equilibrio nei consumi''.

Di solito, durante il Ramadan, ''4-5mila fedeli si riunivano in moschea per il Tarawih, la preghiera della sera durante la quale si recita il Corano. Quest'anno sarà diverso. Si reciteranno versetti del Corano in casa''.

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