cerca CERCA
Giovedì 25 Aprile 2024
Aggiornato: 06:01
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Comunicato stampa

Il nuovo studio valida il test Nephrocheck® per il rischio di danno renale acuto

06 marzo 2014 | 10.21
LETTURA: 4 minuti

SAN DIEGO, 6 marzo 2014 /PRNewswire/ -- Uno studio multicentrico pubblicato online sull'American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine (AJRCCM) convalida le prestazioni del test NephroCheck® con marchio CE, che valuta il rischio di insorgenza di insufficienza renale acuta (AKI) in pazienti affetti da malattia critica.

Il test NephroCheck®, sviluppato da Astute Medical, Inc., utilizza una tecnologia di immunodosaggio a fluorescenza per rilevare e misurare due biomarcatori dell'AKI, l'inibitore tissutale della metalloproteinasi 2 (TIMP-2) e la proteina 7 legante il fattore di crescita insulino-simile (IGFBP-7) nell'urina umana.

Il rilascio di TIMP-2 e IGFBP-7 da parte delle cellule renali agisce come un allarme biologico segnalando che le cellule sono sottoposte ad uno stress acuto e il rene è a rischio di AKI, che può causare danni permanenti e perdita di funzionalità. Le linee guida Kidney Disease Improving Global Outcomes (KDIGO) recentemente pubblicate per l'AKI consigliano una rapida valutazione di pazienti insieme con l'esecuzione di interventi che preservino il rene per pazienti a rischio e quindi vulnerabili di danni permanenti per AKI non controllata. 

"Questo studio, primo di questo genere, ha utilizzato una valutazione clinica, lo standard più rigoroso, per convalidare prospetticamente due biomarcatori per la valutazione dei rischi dell'AKI", ha affermato il primo autore, il dr. Azra Bihorac dell'Università della Florida. "Il nostro studio ha dimostrato che il prodotto dei due biomarcatori può identificare un alto rischio di AKI a breve termine in un'ampia varietà di pazienti affetti da malattia critica. Questi sono proprio i pazienti che hanno bisogno di un miglioramento nella somministrazione degli interventi consigliati, quali quelli inclusi nelle linee guida KDIGO".

Globalmente, l'AKI sta emergendo come rischio pubblico significativo considerando il suo collegamento a un aumento di mortalità, morbilità, durata della degenza in terapia intensiva e costi delle procedure ospedaliere più elevati. La sua incidenza (2,1 ogni 1000 abitanti) è simile a quella dell'infarto del miocardio acuto o attacco cardiaco. Uno studio recentemente pubblicato sul Clinical Journal of the American Society of Nephrology ha suggerito che l'AKI potrebbe essere più mortale di un infarto. Diversamente dall'infarto, l'AKI è silente, non presenta sintomi premonitori quali dolore, respiro corto o altri sintomi clinici, soprattutto nelle prime fasi quando un intervento è maggiormente vantaggioso.

L'incidenza dell'AKI è alta tra i pazienti affetti da malattia critica, dei quali fino al 50 per cento sviluppa qualche grado di AKI durante la loro malattia. I pazienti che sviluppano l'AKI presentano un rischio maggiore di morte prima della dimissione ospedaliera e i sopravvissuti sembrano avere un  rischio significativo di complicanze a breve e a lungo termine.

L'AKI è sempre stata associata a maggiori spese di trattamento, specialmente nell'unità di terapia intensiva (ICU). Uno studio del 2008 su pazienti post chirurgia cardiaca, pubblicato su Nephrology Dialysis Transplantation, ha dimostrato che i pazienti affetti da malettia critica senza AKI costavano in ICU $ 13.836 e 1,4 giorni di degenza.  In confronto, i pazienti con grave AKI costavano in ICU fino a $ 49.328 e fino a 5,4 giorni di degenza. 

Nello studio AJRCCM titolato "Validation of Cell-Cycle Arrest Biomarkers for Acute Kidney Injury Using Clinical Adjudication" ("Convalida di biomarcatori di arresto del ciclo cellulare per insufficienza renale acuta utilizzando una valutazione clinica"), i ricercatori hanno arruolato 420 pazienti affetti da malattia critica in 23 centri medici. L'analisi primaria è stata la capacità dei biomarcatori di predire AKI da moderata a grave entro 12 ore dalla misurazione del test. L'AKI è stata definita da una commissione di tre nefrologi esperti indipendenti che non erano a conoscenza dei risultati del test.

"L'AKI rimane una delle complicanze più comuni tra i pazienti affetti da malattia critica, eppure a noi manca un metodo preciso e affidabile per riconoscere il rischio", ha affermato l'autore esperto, dr. John Kellum dell'Università di Pittsburgh (USA). "Questo studio, fornendo informazioni operative, anticipa il trasferimento della tecnologia dei biomarcatori nella  routine pratica".

Il test NephroCheck® e il misuratore Astute140® sono disponibili in Europa. Il test NephroCheck® e il misuratore Astute140® non sono disponibili negli Stati Uniti.

Informazioni su Astute Medical, Inc.Nominata dal Wall Street Journal tra le prime 10 start-up in ambito sanitario del 2012, Astute Medical è rivolta al miglioramento della diagnosi di malattie e condizioni mediche ad alto rischio, attraverso l'identificazione e la validazione di biomarcatori proteici che possono servire da base per nuovi test diagnostici. La società si concentra sulle condizioni acute acquisite in comunità e in ospedale, che richiedono rapidità nella diagnosi e nella valutazione del rischio. Le attuali aree di interesse di Astute Medical sono rappresentate dal dolore addominale, dalle sindromi coronariche acute, dalle lesioni cerebrovascolari, dall'insufficienza renale e dalla sepsi.  Per ulteriori informazioni, visitare il sito AstuteMedical.com

Il test NephroCheck® e il misuratore Astute140® non sono disponibili per la vendita negli Stati Uniti.  Per informazioni sui marchi di fabbrica e su altri diritti di proprietà intellettuale applicabili a questo prodotto, inclusi i marchi internazionali, visitare il sito AstuteMedical.com/about/intellectual-property. NP 0278IT Rev A 2014/02/25

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza