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Comunicato stampa

Presentato il libro di Ada Lai "La straordinaria storia di Francesca Sanna Sulis. Donna di Sardegna"

28 novembre 2016 | 12.13
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Si è tenuta nello splendido scenario di Villa Carboni, a Cagliari, la presentazione del libro La Straordinaria storia di Francesca Sanna Sulis. Donna di Sardegna, edito da Palabanda Edizioni e scritto da Ada Lai, alla sua opera di esordio.

Un romanzo storico, che rappresenta un omaggio alla straordinaria figura di Donna Francesca, tramandata oralmente dalle donne di Muravera e Quartucciu.

Ada Lai si è avvalsa del prezioso contributo del giornalista Lucio Spiga, che in quarant’anni di ricerca ha trovato e donato al Comune di Muravera molti documenti di grande rilevanza, i quali hanno rappresentato una preziosa base per ricostruire la storia di questa meravigliosa donna.

La firma di Ada Lai su questo libro non è dunque casuale. La scrittrice, nella sua pluridecennale carriera nelle più alte sfere della Pubblica Amministrazione, ha sempre combattuto per l'indipendenza della donna e il suo diritto di mantenere se stessa e vivere per se stessa.

Nel corso della mattinata sono intervenuti il Direttore Editoriale de L’Unione Sarda, Gianni Filippini, e la responsabile della Cronaca, Maria Francesca Chiappe.

“La vita di Francesca Sanna Sulis è una testimonianza di eccellenza e di talento, era un dovere scriverla – ha spiegato Ada Lai – Stiamo parlando di un personaggio unico, diverso, immortale. Questo libro è solo una prima edizione – prosegue l’autrice - perché la sua grande figura, il contesto storico e i tanti personaggi collaterali alla sua vita meritano ulteriori ricerche e approfondimenti. Ci stiamo lavorando”.

Donna Francesca nacque a Muravera nel 1716, e morì a Quartucciu nel 1810. Sposò il famoso giureconsulto Pietro Sanna Lecca, importante uomo di legge di quel tempo, autore di “Editti e Pregoni”, voluti dal Re Carlo Emanuele III e completati sotto il regno di Amedeo III. Questi Editti e Pregoni raccolgono tutte le leggi e le Ordinanze promulgate per l’isola di Sardegna dal 1720 al 1774. L’amatissimo marito fu una figura importante e fondamentale nella sua vita perché, con affetto e stima, accompagnò e favorì tutte le sue iniziative e attività.

Dopo il matrimonio, celebratosi a Muravera nel 1735, Donna Francesca si trasferì a Cagliari, dove sviluppò una notevole attività imprenditoriale, culturale e sociale, che la porteranno a essere una delle più importanti figure del 1700 nel campo dell’agricoltura, dell’industria tessile, della moda, dell’istruzione e della formazione professionale, nonché dell’imprenditoria femminile.

Visse tra Cagliari, Quartucciu e Muravera. Nella sua lunga vita grande importanza ebbe la famiglia. Ebbe tre figli, due dei quali abbracciarono la vita religiosa e uno che diventò avvocato e commercialista.

Fu protagonista di molteplici attività, dando grande impulso innovativo all’economia dell’epoca e alla formazione dei giovani e delle donne. Aprì asili e scuole professionali, organizzò il lavoro femminile, anche a domicilio, fornendo strumenti preziosi ai giovani e alle donne per il loro processo di emancipazione culturale e sociale. Oltre a curare le numerose e fiorenti aziende della famiglia, trasformò i suoi magazzini di Quartucciu in vere e proprie scuole di formazione e laboratori per la lavorazione della seta, del lino e della lana.

La seta prodotta da donna Francesca era considerata tra le migliori al mondo. Non per niente il famoso conte milanese Giorgio Giulini, altra importante figura nella sua vita, ne richiese l’esportazione in esclusiva per la Lombardia e il Piemonte, divenendo socio di donna Francesca nella produzione di manufatti tessili e abiti, che furono venduti nei loro atelier di Cagliari e di Milano a clienti di tutta Europa. Una vera prima esportazione del Made in Sardegna e del Made in Italy della moda e dei tessuti, insomma.

La tradizione orale racconta di sfilate di moda, con modelle (fino ad allora i vestiti venivano mostrati in manichini artigianali) ed eventi fortemente innovativi per la mentalità dell’epoca.

I vestiti realizzati da donna Francesca erano modelli funzionali, che non prevedevano più sottostrutture pesanti. Erano insomma dedicati a donne moderne, sicure di se, impegnate e colte. Come era lei.

Ne restano tracce in qualche antico vestito nobiliare dei primi dell’800.

Peraltro il ‘700, secolo dei lumi, portò una ventata di novità anche per le donne sarde (come raccontano testimonianze di viaggiatori, anche stranieri, in visita nell’Isola), e Donna Francesca ne fu certamente la protagonista, con la sua straordinaria vita di impegno e passione. Fu premiata dal Re come “Benemerita dell’Istruzione”, per la sua azione nella Scuola e nella Formazione Professionale. Le donne di Quartucciu e Muravera la ricordarono come un grande esempio positivo, e ne tramandarono la memoria.

Purtroppo l’800 non proseguì nella via di emancipazione delle donne, e in generale nell’apertura culturale ed economica che aveva dominato il secolo precedente. E anche donna Francesca fu presto dimenticata dalle istituzioni. Il suo notevole patrimonio non fu curato, e le sue attività pian piano vennero lasciate morire. Anche il suo Pio Legato, che indicava diverse opere di beneficienza ed aiuti per le donne, i giovani meritevoli, i bambini, le persone bisognose di assistenza, fu presto svuotato di contenuti e di risorse, fino a scomparire.

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