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Comunicato stampa

Telecamere nelle scuole, soluzione con effetti collaterali

18 maggio 2016 | 11.08
LETTURA: 4 minuti

Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy
Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy

Il dibattito sulla possibilità di installare delle telecamere nelle scuole e negli asili per permettere ai genitori di monitorare in remoto come vengono trattati i loro figli dal personale scolastico, è ormai diventata una questione di fronti contrapposti tra quelli a favore e quelli contro, alimentando però la confusione su quello che la normativa sulla protezione dei dati personali consente realmente di fare, e cosa no. Per tracciare un quadro più nitido in proposito, e anche per capire lo spirito del Codice della Privacy, il presidente di Federprivacy, Nicola Bernardi, ha rilasciato un intervista a Vanity Fair, che riportiamo integralmente:

Sì o no alle telecamere nelle scuole? Con quali motivazioni?
E' normale che i genitori abbiamo il desidero di proteggere i loro figli, specialmente quando questi sono lontani dalle mura domestiche, e le recenti vicende di cronaca hanno ulteriormente alzato il livello di preoccupazione di mamme e papà che hanno i loro bambini a scuola.
D'altra parte, come ci sono farmaci i cui effetti collaterali possono risultare superiori ai benefici a tal punto da dover limitarne al minimo le dosi nelle terapie mediche, anche per la videosorveglianza nelle scuole occorre soppesarne i vantaggi e gli svantaggi prima di concludere che l'installazione delle telecamere possa costituire la soluzione definitiva al problema.
Con lo stesso spirito, la normativa sulla privacy tiene conto della necessità di sicurezza degli individui, senza però penalizzarne la loro dignità e gli altri loro diritti fondamentali, specialmente laddove sono coinvolti dei minori.
Giusto per fare un esempio, se inquadrati da telecamere mentre sono a scuola, i bambini potrebbero essere osservati non solo dai propri genitori, ma anche da quelli di altri compagni di classe, e non é detto che questo possa essere sempre gradito.
Ma peggio ancora, ormai le immagini di qualsiasi telecamera moderna sono potenzialmente intercettabili su internet da guardoni, malintenzionati o anche pedofili, che potrebbero essere agevolati nei loro scopi criminosi proprio da quelle telecamere che dovrebbero fornire una garanzia in più ai genitori.
E che non occorra essere hacker per intromettersi nella vita altrui, lo dimostrano siti web come www.exploit-db.com, dove esperti di sicurezza informatica mostrano pubblicamente come migliaia di telecamere spesso risultino sprovviste anche delle più banali misure di sicurezza come password e antivirus, e chiunque può liberamente vedere immagini in diretta di adulti e minori che svolgono le loro faccende quotidiane, ignari di essere osservati da sconosciuti attraverso le telecamere che essi stessi hanno installato. Prendendo ancora a prestito il gergo medico, la risposta non può quindi che essere "telecamere sì, ma con il contagocce, e solo dietro prescrizione del medico".

Il Garante dice no, la vostra posizione?
Se il dottore ci dice che un certo farmaco deve essere assunto con cautela e moderazione per non produrre più effetti nocivi che benefici per la nostra salute, ci sono generalmente dei validi motivi.
Il Garante in questo caso é il nostro medico della privacy, e si adopera per tutelare i cittadini aprendo ogni volta che é possibile a nuove soluzioni tecnologiche compatibili con il Codice della Privacy. Se dai numerosi approfondimenti che l'Autorità ha fatto sulla materia sono emerse spesso molte criticità e limiti all'impiego delle telecamere per controllare i minori nelle scuole, ciò non deve essere interpretato come il freddo risultato della burocrazia, ma come quello di un'attenta analisi a tutela nostra e dei minori. Ovviamente, anche Federprivacy é a favore della difesa dei diritti fondamentali degli individui giovani e adulti, e non può essere altro che d'accordo con il Garante.

Quale è la soluzione migliore per mantenere la privacy e insieme evitare problemi di maltrattamenti nelle scuole?
L'ipotesi di un controllo massivo da parte dei genitori attraverso le telecamere comporta molti rischi e pericoli per i nostri figli, e le soluzioni sono di rado definitive, anche se ciò non toglie che, avvalendosi di privacy officer ed altri esperti della materia certificati, si possano studiare delle soluzioni caso per caso in linea con la normativa e presentare istanze di verifica preliminare ed autorizzazione al Garante della Privacy. Potrà sembrare banale, ma in molti casi, le soluzioni migliori sono invece quelle di istruire fin da piccoli i bambini a riferire subito ai genitori se qualcuno a scuola li tratta in maniera eccessivamente brusca, chiedere loro come é andata a scuola ogni giorno, non prendere alla leggera alcun segno che possa destare sospetto, e poi conoscere bene gli insegnanti e mantenere con loro un regolare dialogo, in modo da affrontare e fugare subito qualsiasi eventuale dubbio sul corretto operato del personale scolastico.

Ufficio Stampa Federprivacy
Email: press@federprivacy.it
Web: www.federprivacy.it
Twitter: @Federprivacy
Mobile: +39 335 147.33.33

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