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Comunicato stampa

Analisi Kaspersky Lab: gli uomini non riescono a rinunciare ai propri smartphone

21 giugno 2016 | 11.44
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Analisi Kaspersky Lab: gli uomini non riescono a rinunciare ai propri smartphone

Le donne, prima di prendere in mano il proprio telefono, aspettano in media il doppio del tempo rispetto agli uomini ma nessuno di noi riesce a starne lontano per più di un minuto.

Se state aspettando un amico, un collega o siete in attesa di un appuntamento dal medico, quanto tempo riuscite a resistere alla tentazione di controllare il vostro smartphone? Due minuti? Tre? Un test condotto dalle Università di Würzburg e Nottingham-Trent per conto di Kaspersky Lab ha riscontrato che i soggetti coinvolti nell’esperimento, lasciati in una sala d’attesa, ci hanno messo una media di circa 44 secondi prima di toccare i propri smartphone. Gli uomini si sono rivelati meno capaci di gestire il distacco, lasciando passare in media di 21 secondi prima di prenderlo in mano, mentre le donne hanno saputo resistere in media 57 secondi.

Dopo 10 minuti, è stato chiesto ai partecipanti di dire secondo loro quanto tempo fosse passato dall’ultima volta che lo avevano utilizzato. Lo scopo era quello di approfondire la natura del nostro modo di rapportarci ai dispositivi digitali: la maggior parte ha affermato che erano passati tra i due e i tre minuti, evidenziando un significativo distaccamento tra il comportamento reale e la sua percezione.

“L’esperimento mette in luce come le persone non siano esattamente consapevoli del proprio attaccamento ai propri dispositivi mobili, ovvero non hanno l’esatta percezione di quanto siano attaccati ad essi. Non siamo più capaci di aspettare. L’immediata disponibilità di informazioni e interazioni con il mondo esterno, trasforma questi oggetti in una sorta di compagno digitale, qualcosa di più di un semplice oggetto tecnologico”, ha dichiarato Jens Binder dell’Università di Nottingham Trent commentando i risultati del test.

Ulteriori ricerche condotte dalle università suggeriscono che il nostro modo di controllare compulsivamente il telefono sia il risultato della fear-of-missing-out (FOMO) vale a dire della paura di perdere qualcosa di importante ogni qualvolta che non si è online. In un’indagine complementare, i partecipanti che usano il telefono in modo più intenso hanno ammesso un livello maggiore di FOMO.

“Più i partecipanti usano il proprio telefono, più temono di perdere informazioni quando non lo utilizzano. E’ difficile dire da che cosa dipenda tutto questo: le persone usano di più il proprio telefono perché hanno paura di perdere qualcosa o è perché lo usano così tanto che temono di perdere qualcosa?”, ha continuato Astrid Carolus dell’Università di Wurzburg.

Inoltre, lo studio ha rivelato che più usiamo il telefono, più siamo stressati. Ma quando ai partecipanti è stata chiesta una valutazione della propria felicità complessiva, non è stata registrata nessuna sostanziale differenza tra gli utenti più o meno assidui. Il che è risultato sorprendente: di conseguenza lo stress causato dall’uso dello smartphone non sembra avere una maggiore influenza sul nostro benessere generale.

Nel corso della sessione di attesa da 10 minuti, i partecipanti hanno utilizzato il proprio smartphone in media metà tempo (cinque minuti). In una ricerca precedente, Kaspersky Lab aveva dimostrato che contiamo sui nostri dispositivi mobili perché li consideriamo un’estensione dei nostri cervelli e li utilizziamo come strumenti attraverso i quali possiamo smettere di ricordare fatti ed eventi. La maggior parte degli intervistati, per esempio, non era in grado di ricordare il numero di telefono del proprio partner attuale ma riusciva benissimo a ricordare ancora il numero di telefono della casa dove abitava quando aveva dieci anni.

“Gli smartphone oggi fanno parte delle nostre esistenze, ma dobbiamo ricordare che sono un oggetto che troppo spesso diamo per scontato. Averli sempre a portata di mano ci fa scordare quanto siano preziosi, vista la capacità di conservare ricordi personali e molti altri dati. Queste informazioni non sono preziose solo per noi ma anche per i criminali: se un furto o un attacco malware compromettono i nostri dati personali, ad essere a rischio saranno anche i nostri contatti con gli amici e le nostre fonti di informazione”, ha dichiarato Morten Lehn, General Manager di Kaspersky Lab Italia.

Negli ultimi due anni, Kaspersky Lab ha indagato le conseguenze sociali della digitalizzazione e come questa renda la gente sempre più vulnerabile rispetto ad un crimine informatico. Una panoramica dei risultati è disponibile su amnesia.kaspersky.com.

Informazioni su Kaspersky Lab

Kaspersky Lab è un’azienda di sicurezza informatica a livello globale fondata nel 1997. La profonda intelligence sulle minacce e l’expertise di Kaspersky Lab si trasformano costantemente in soluzioni di sicurezza e servizi per la protezione di aziende, infrastrutture critiche, enti governativi e utenti privati di tutto il mondo. Il portfolio completo di sicurezza dell’azienda include la miglior protezione degli endpoint e numerosi servizi e soluzioni di sicurezza specializzati per combattere le sofisticate minacce digitali in continua evoluzione. Più di 400 milioni di utenti sono protetti dalle tecnologie di Kaspersky Lab e aiutiamo 270.000 clienti aziendali a proteggere ciò che è per loro più importante. Per ulteriori informazioni: www.kaspersky.com/it.

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