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Comunicato stampa

Fisioanalisi, dalla giusta postura l’evoluzione umana

18 maggio 2017 | 10.42
LETTURA: 4 minuti

Fisioanalisi, dalla giusta postura l’evoluzione umana

Dominio sulla forza di gravità e recupero della stazione eretta: su questi principi si misura la crescita evolutiva dell’uomo e la risoluzione dei dolori della colonna vertebrale.

Nella cura della patologia vertebrale stretching, ginnastica, fisioterapia, farmaci e interventi chirurgici ottengono spesso risultati poco soddisfacenti e non duraturi. La ragione è presto detta: si ignora la causa vera del deficit di postura, ovvero la lotta contro la forza di gravità, assunto fondamentale da cui parte la Fisioanalisi, efficace tecnica che ricerca l’origine fisica di alcune patologie a carico del sistema muscolo-scheletrico e che interviene per restituire benessere ed equilibrio al corpo.

L’uomo è la forma di vita più evoluta perché la più efficace a vincere la forza di gravità. A patto che utilizzi nel modo giusto le parti del proprio corpo: i piedi, le gambe e il bacino per sollevarsi dalla terra e per spostarsi nello spazio; il tronco, le braccia e la testa per relazionarsi con il mondo. Come dire, una metà del corpo per assicurarsi la vita, l’altra metà per “esercitare” la propria intelligenza.

Tuttavia, gli scambi tra le diverse parti del nostro corpo e lo svolgersi dei rispettivi ruoli non sono sempre fluidi come dovrebbero. Al contrario, esistono ancora troppi ostacoli e attriti nelle azioni che svolgiamo; accade, dunque che, invece di vincere sulla forza di gravità, ce ne facciamo schiacciare. Secondo la Fisioanalisi, è proprio sulla capacità di dominare la forza gravitazionale che si misura l’evoluzione vera e completa dell’uomo.

La tecnica si propone di correggere spontaneamente e per sempre questi impedimenti, e quindi i dolori che affliggono il paziente, permettendogli di recuperare l’elasticità e l’adattabilità del suo corpo e assumere la postura giusta per raggiungere più facilmente l’obiettivo che in quel momento sta perseguendo.

Tanti obiettivi, tante posture differenti.

Come interviene la Fisioanalisi in questo processo di affrancamento dal peso gravitazionale?

“Nelle situazioni più favorevoli bastano cinque o sei incontri per ottenere il completo riposizionamento del corpo nello spazio – spiega il dottor Giuseppe Matrodicasa, pioniere di questa disciplina in Italia - ma anche una sola seduta di Analisi Fisica permette di alleviare in maniera definitiva i dolori muscolari più frequenti”.

“In ogni visita il paziente viene aiutato, attraverso un cilindro di legno posto sotto il piede per stimolare il riflesso plantare, a identificare il dolore che impedisce il libero utilizzo di un’articolazione o di una parte del corpo – spiega ancora Mastrodicasa - Si analizza il corpo del paziente per trovare la rigidità che lo costringe alla postura antalgica e per fare questo si utilizza il riflesso specifico per la stazione eretta, ossia il riflesso plantare”.

Nel primo incontro si mette il paziente nella condizione di percepire le contratture muscolari, e quindi il dolore, che limitano il movimento inconscio delle sue caviglie.

All’inizio si tenderà a rimanere nella vecchia posizione, poiché si considera questo l’unico equilibrio possibile. Successivamente, di solito entro un mese e con gradualità, il paziente si affrancherà da questa condizione di rigidità e sposterà l’equilibrio, e quindi il peso, del suo corpo sull’intero piede.

Dopo la prima visita, il paziente avrà ritrovato ed ampliato la base d’appoggio del suo piede e potrà iniziare a distendere i muscoli della parte superiore del corpo perché meno necessari, ritrovando una maggiore libertà di movimento.

Già soltanto con questa prima manovra, secondo la Fisioanalisi e sulla base dell’esperienza del dottor Mastrodicasa, si può risolvere una quota rilevantissima delle patologie dello scheletro.

Nelle successive sedute, si interviene sulle anche, sul tratto lombare, dorsale e cervicale. Alla fine del trattamento, la muscolatura della colonna vertebrale può rilassarsi perché il suo aiuto alla lotta contro la forza di gravità è sempre meno necessario.

Può tornare alle funzioni per cui è stata progettata: fornire precisione di movimento nell’esecuzione di atti complessi, ovvero dare intelligenza al corpo che si muove nello spazio.

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