Le ordinanze per i domiciliari sono state eseguite dalle squadre mobili di Salerno, Cuneo, Bergamo e Brescia. A capo dell'organizzazione un avvocato e il figlio praticante
Falsi contratti di lavoro in cambio di soldi per consentire a stranieri di ottenere il permesso di soggiorno. E' quanto ha scoperto la polizia che ha arrestato undici persone per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Le ordinanze per arresti domiciliari sono state eseguite dalle squadre mobili di Salerno, Cuneo, Bergamo e Brescia. Durante le indagini, coordinate dai pm di Bergamo e della Direzione Distrettuale Antimafia di Brescia, sono state raccolte testimonianze e intercettazioni.
Da quanto emerso, a capo dell'organizzazione c'erano padre e figlio, il primo avvocato del salernitano, il secondo praticante residente a Bergamo. I due, anche grazie a un’agenzia di consulenza per stranieri gestita dal figlio, coordinavano l’attività di altri indagati, di origine africana, indiana, kosovara e pakistana, che, a loro volta, si presentavano come “rappresentanti” di connazionali desiderosi di ottenere i permessi di soggiorno. Sono stati scoperti finti contratti di lavoro e buste paga con compensi mai versati.
Grazie alla collaborazione degli uffici dell’Inps sono state scoperte anche società che assumevano i lavoratori stranieri non versavano, poi, i relativi contributi previdenziali e assistenziali: in alcuni casi, le assunzioni erano finalizzate esclusivamente a ottenere benefici, come sussidi di disoccupazione, maternità, accesso a fondi regionali. Tra gli arrestati anche C.L. e A.D.: il primo, persona di fiducia dei capi dell’organizzazione, riscuoteva il denaro versato dagli stranieri; il secondo, nella sua veste di amministratore di alcune società, forniva i falsi contratti di lavoro e le buste paga.