Per frenare l'emergenza immigrazione è necessaria "un'operazione di polizia internazionale che blocchi gli scafisti che ammazzano persone disperate che scappano da situazioni terribili. Le possibilità di intervento ci sono e sono molteplici. Abbiamo militari in grado di proporre diverse soluzioni". Lo afferma il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, intervenendo alla trasmissione di Rai Uno, Radio Anch'io, per parlare del possibile ruolo delle nostre forze armate nella gestione del fenomeno migratorio.
Tra le varie possibilità viene anche considerata l'operazione Atalanta contro la pirateria messa in atto in Somalia. Meno probabile "il blocco navale" che, secondo il ministro "nella situazione attuale, non avendo la possibilità di fare respingimenti, non risolve il problema". Diverso, spiega Pinotti, è il discorso di realizzare dei campi di accoglienza direttamente in quei Paesi per cui "ci vuole un intervento da parte dell'Onu".
Comunque, "l'intervento militare non può mai essere disgiunto da un intervento politico, sociale, diplomatico", rimarca il ministro che chiarisce: "Non si sta parlando di un intervento a terra o di invadere la Libia: stiamo parlando di una operazione tesa a frenare le bande criminali che ci sono in Libia, che tratta le persone come schiavi e comporta rischi per tutti". "Per la prima volta l'Europa convoca consiglio europeo straordinario" per affrontare il tema dell'immigrazione, "non pensa più solo alla stabilità finanziaria ma anche ai temi umanitari", rileva il ministro della Difesa.
