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Immigrati: sindacati, l'Europa deve intervenire

20 aprile 2015 | 10.28
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I commenti dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil.

Immigrati: sindacati, l'Europa deve intervenire

Uno dei tanti viaggi della speranza dalla Libia verso l'Italia, si è trasformato in un'ecatombe di migranti. Nella notte fra sabato e domenica è naufragato un barcone di circa 20 metri: sono centinaia le persone morte; le prime stime fatte dalla Guardia Costiera parlavano di 700, ma la testimonianza di un sopravvissuto, portato in elicottero all'ospedale di Catania, parla di 950 persone a bordo.

"Di fronte a simili tragedie le parole -spiega il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso- i proclami, le promesse non sono più sufficienti. Il governo, il premier, deve immediatamente e con tutto il peso e la forza che il nostro Paese è in grado di mettere in campo, chiedere una riunione straordinaria del Consiglio dell’Ue che abbia all’ordine del giorno le risorse e le misure da stanziare e intraprendere per porre fine al nuovo schiavismo che sta avanzando non solo sui mari, ma anche nelle nostre civilissime nazioni europee. Non ci possono essere parole per esprimere il dolore e l’orrore che provoca in tutti noi l’ennesima tragedia. Ci auguriamo che i mezzi di salvataggio possano salvare il più alto numero di persone possibile, ma non c’è dubbio che siamo di fronte al peggiore disastro avvenuto in quel tratto di mare dal dopoguerra a oggi". Eppure, rileva Camusso, "nonostante il ripetersi di avvenimenti così gravi i governi europei e la stessa Ue, latitano e temporeggiano lasciando spazio agli schiavisti del mediterraneo".

Quanto è avvenuto, "dimostra l’insufficienza dei programmi varati sino ad ora, a cominciare da Triton, e le troppe titubanze e i troppi vincoli che gli Stati europei pongono alla creazione di un vero ed efficiente corridoio umanitario tra nord Africa ed Europa. Penso, infine, che un ringraziamento particolare lo dobbiamo alla nostra Marina Militare e alla nostra Guardia costiera che, com’è avvenuto in questi mesi, si stanno prodigando per salvare quante più vite umane sia possibile", conclude.

"Siamo tutti colpiti ed addolorati -sostiene il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan- per questa immane strage di donne, bambini, uomini anziani e giovani deceduti nel Canale di Sicilia per inseguire il sogno di una vita migliore. Tutta la comunità internazionale ed in particolare l'Europa non può assistere inerme ed insensibile di fronte a questa continua tragedia davanti alle nostre coste. E' davvero una sconfitta per tutti. Bisogna fermare con tutti gli strumenti pacifici e di solidarietà, questa catastrofe umanitaria attraverso un intervento coordinato dei paesi europei e delle istituzioni internazionali, con una lotta vera agli scafisti e ai trafficanti di esseri umani".

"E' sconcertante l'incapacità dell'Europa di fermare questo genocidio -rimarca il leader della Uil, Carmelo Barbagallo- di spezzare le armi degli scafisti e dei trafficanti di uomini, di predisporre un piano di accoglienza razionale, di dare vita a un progetto di aiuti che sia in grado di ridurre questi flussi migratori. La sciagura avvenuta nel Mediterraneo ci lascia sgomenti. E' una tragedia dalle dimensioni bibliche e il numero delle vittime evoca scenari bellici. Quelle persone cadute nei nostri mari, infatti, sono le vittime innocenti della guerra dell'indifferenza e dell'inettitudine dichiarata dal cosiddetto mondo occidentale ai paesi poveri".

Come è noto, sottolinea Barbagallo, "è già stato deciso che, quest'anno, il Primo Maggio si svolgerà a Pozzallo, proprio nei pressi di uno dei centri di accoglienza. Ancor di più ora, con questa iniziativa, siamo determinati a chiedere al nostro Governo che si faccia carico di mettere l'Europa di fronte alle proprie responsabilità. Anche noi sosterremo questa battaglia a livello europeo, coinvolgendo la Confederazione Europea dei Sindacati. Adesso basta: bisogna uscire dall'ipocrisia della costernazione e dimostrare, con i fatti, che l'Europa e l'Italia sono realtà degne di essere definite civili", conclude.

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