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Impatto sul clima delle aziende, quanto conta nella scelta del lavoro

20 aprile 2023 | 12.32
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Nella selezione gli italiani sono attenti anche all'impatto sul climate change. È uno degli indicatori emersi dallo studio Climate Survey della Banca Europea degli Investimenti

Impatto sul clima delle aziende, quanto conta nella scelta del lavoro

Che la sensibilità delle persone ai temi legati all'ambiente sia in crescita lo dimostra anche il fatto che oggi l'impatto climatico di un'azienda è tra i fattori più attrattivi per coloro che cercano lavoro. A sostegno di quanto appena affermato i dati emersi dal report Climate Survey 2022-2023 della Banca Europea degli Investimenti (BEI). Dunque, se fino a qualche tempo fa ad orientare le scelte professionali erano essenzialmente criteri quali la solidità finanziaria, il corretto equilibrio tra attività professionale e vita privata, la prossimità e la buona reputazione dell'azienda, ora trovano sempre più spazio fattori legati alla sostenibilità ambientale e alle relative best practice messe in atto da un datore di lavoro. Nello specifico, la ricerca della BEI evidenzia che il 75% degli italiani interpellati dichiara che l'impatto climatico del potenziale datore di lavoro è un fattore importante nell'orientare le proprie scelte professionali. Percentuale che sale addirittura all'81% tra i giovani ventenni. Inoltre, per il 25% degli interpellati tale elemento rappresenta una priorità assoluta. Percentuali tra le più elevate nel confronto con gli altri Paesi europei, che evidenziano come gli italiani considerino la sostenibilità un aspetto prioritario. Una maggioranza trasversale che accomuna i diversi livelli di reddito e di orientamento politico dei soggetti interpellati.

Tra le misure individuate nella Climate Survey della BEI per limitare i consumi individuali, il 64% degli intervistati italiani è favorevole alla creazione di un sistema di carbon budget o di bilanciamento del carbonio, che assegnerebbe a ciascun individuo un numero di crediti annuali da spendere in articoli con una forte impronta di carbonio come beni non necessari, voli aerei, carne. Una misura che raccoglie i favori della maggior parte degli italiani indipendentemente dalla fascia di reddito, ma specie tra i redditi più bassi (70% contro il 63% degli appartenenti alla fascia media e a quella alta).

La crescente attenzione alla sostenibilità ambientale è anche il frutto delle preoccupazioni dovute all'incertezza dello scenario economico e geopolitico mondiale con il protrarsi del conflitto in Ucraina e l'aumento dei prezzi, specie delle materie prime energetiche, seppur in calo nelle ultime settimane, almeno per quel che riguarda la componente gas. Infatti, per oltre la metà degli italiani (56%), il cambiamento climatico rappresenta una delle sfide principali che il Paese deve affrontare. Una sfida nella quale secondo l'80% degli italiani il contributo di ciascuno nel ridurre l'impatto climatico può fare la differenza. In questo la fiducia degli italiani è superiore di 8 punti percentuali alla media dei Paesi dell'Unione Europea. Un'accelerazione verso la riduzione dell'impatto climatico in cui il Governo deve avere un ruolo di sensibilizzazione e informazione sui corretti modelli di comportamenti dei singoli e delle imprese. Oltre tre quarti degli italiani (76%) ad esempio si dichiara favorevole a seguire misure governative più rigorose riguardo i comportamenti di ciascuno di fronte ai cambiamenti climatici. Percentuale che sale all'82% tra gli under 30.

La vicepresidente della BEI Gelsomina Vigliotti ha così commentato i risultati della ricerca: “Gli italiani sono tra i maggiormente disposti a contribuire anche individualmente alla lotta contro i cambiamenti climatici. Come banca dell'UE per il clima accogliamo con favore questo impegno. Il nostro ruolo è quello di agire per ridurre le emissioni di CO2 e incoraggiare una vita quotidiana più sostenibile. Un impegno che mettiamo in atto finanziando, tra l'altro, servizi green come i trasporti, le energie rinnovabili e gli edifici efficienti, oltre che promuovendo gli investimenti verdi delle PMI”.

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