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Imprese: il report, servono target più precisi contro la sfida climatica

26 aprile 2016 | 13.28
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Il risultato del nuovo rapporto Cdp

(Fotogramma)
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Un rischio e allo stesso tempo, e in uguale misura, un'opportunità. Così le aziende vedono la sfida climatica sulla base dei risultati dell’ultimo rapporto Cdp, organizzazione no profit internazionale che fornisce ad imprese, governi ed investitori un sistema globale di misurazione e rendicontazione ambientale. Il nuovo rapporto rivela che le aziende si stanno muovendo velocemente per ottemperare agli obiettivi sul clima, sebbene questi sforzi non siano sempre direzionati nella maniera migliore.

I risultati del rapporto sono basati sugli ultimi dati ambientali forniti dalle aziende europee che rappresentano il 63% del mercato di capitalizzazione europeo. In linea con gli sforzi della Cop21 di unire le informazioni sull’impatto climatico nei diversi settori, il rapporto analizza anche i principali risultati frutto delle risposte fornite dalle aziende a Cdp sui temi: foreste, acqua, filiera e città.

Di seguito le principali evidenze. Il 75% delle aziende si sono impegnate a ridurre il ricorso alla deforestazione o addirittura eliminarla, il 96% vede l’approvvigionamento sostenibile delle foreste come un’opportunità, con una differenza del 10% rispetto ai risultati registrati nel resto del mondo. Il valore economico dell’acqua è fortemente sottovalutato dalle aziende, pertanto, l’importanza strategica posta nella sua gestione è inadeguata: il 72% delle aziende parla di opportunità legate all’acqua ma solo il 18% si impegna pubblicamente a migliorare il trattamento delle acque.

I fornitori delle aziende interrogate sono a conoscenza, almeno in parte, dei rischi climatici legati al loro lavoro. Tuttavia, consapevolezza e azione spesso non sono sufficienti a colmare questi rischi e garantire un atteggiamento resiliente da parte della filiera: il 54% dei fornitori europei ha degli obiettivi per la riduzione delle emissioni e l’81% fornisce dati sulle emissioni dando l’impressione che le aziende europee potrebbero essere degli ottimi candidati per diventare i fornitori a ridotto consumo di fonti fossili nel futuro.

La grande maggioranza delle città che riportano a Cdp sono a rischio riguardo al cambiamento climatico e più della metà hanno già avuto a che fare con gli impatti negativi dello stesso (il 59% delle 71 città europee che riportano a Cdp si alimenta attraverso energie pulite). I dati dimostrano che le aziende europee stanno mostrando una forte leadership nella gestione del cambiamento climatico poiché il 99% assegna la responsabilità per l'adattamento al cambiamento climatico a livello di Cda considerando tale aspetto cruciale per la stabilità del business.

A livello italiano, dai dati emerge un’alta proporzione di imprese che stabiliscono target di emissione assoluti (66% in Italia contro il 44% a livello globale); un alto controllo da parte dell’esterno delle emissioni dirette e indirette (81% in Italia contro il 64% a livello globale); un’alta riduzione delle emissioni dirette (11% in Italia contro una media globale del 6%).

Il report inoltre mostra che l’incertezza politica e regolamentare è percepita come un rischio, mentre gli accordi internazionali sono visti come un’opportunità per le aziende di lavorare alle stesse condizioni. I risultati suggeriscono che accordi internazionali forti e una chiara regolamentazione, come quelli di Parigi, hanno il potenziale di guidare il business verso un’economia a basse emissioni di CO2.

"Il cambiamento climatico sta avendo un forte impatto sul business europeo, costringendo le aziende ad adattarsi ai cambiamenti al fine di poter garantire prosperità. Aziende, città ed investitori vedono l’importanza di creare sinergia fra i contesti in cui operano: l’economia, l’ambiente e il clima, nonché integrarli nella propria gestione ambientale", spiega Steven Tebbe, Cdp Europe Managing Director.

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