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Imprese, Hannappel (Philip Morris Italia): "Serve New Deal 4.0 delle competenze"

21 ottobre 2021 | 17.50
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Marco Hannappel, presidente e amministratore delegato di Philip Morris Italia
Marco Hannappel, presidente e amministratore delegato di Philip Morris Italia

"Quello che serve oggi alle imprese è di creare un approccio strutturato, un New Deal delle competenze 4.0 come lo abbiamo chiamato, che metta in connessione università, centri di ricerca, startup, grandi multinazionali, le piccole aziende, facendole collaborare insieme e creando delle strutture che dalla didattica portino in fabbrica". Lo ha detto Marco Hannappel, presidente e amministratore delegato di Philip Morris Italia, partecipando, in video collegamento dal sito produttivo dell'azienda a Crespellano in provincia di Bologna, a un panel su competenze e digitale a 'Digithon 2021' la più grande maratona digitale italiana, on line da oggi a domenica.

Secondo Hannappel, "senza dubbio industria 4.0, che poi con il 5G andrà anche oltre, ha delle competenze che sono di piattaforma e altre che sono specifiche". "Di piattaforma significa avere per quanto riguarda qualunque tipo di industria la conoscenza del funzionamento di quello che viene definito intelligent manifacturing, la creazione di strumentazioni che mettano in connessione le macchine, creano cloud a cui collegare le macchine. Competenze di piattaforma a cui si aggiungono quelle del mondo digitale e di industrializzazione digitale", ha aggiunto.

"In una ricerca che abbiamo realizzato con Ambrosetti -ha ricordato ancora il manager- emerge come quasi tutte le aziende che hanno risposto all'intervista ritengono quelle di intelligent manifacturing come le competenze fattore chiave di successo. Questa piattaforma di competenze oggi non sono completamente disponibili ma a macchia di leopardo in alcune zone e quindi in alcuni distretti industriali e quindi sono competenze di settore. E invece devono essere appunto strutturali e in connessione tra loro". E poi servono gli investimenti delle aziende. "Ci sono anche le competenze specifiche, che ogni industria ha, e credo -ha spiegato- che vadano ricercate negli investimenti delle aziende in loro strutture di formazione continua che possano consentire di sviluppare una costante innovazione delle conoscenze a livello personale".

Ma il nostro Paese, secondo il numero uno di Philip Morris Italia, ha diversi punti di forza. "Io credo -ha spiegato- che ci sia tantissimo da fare nel nostro Paese con delle fondamenta molto solide in ambito manifatturiero. Siamo la seconda manifattura d'Europa e noi ne siamo un esempio. Lo stabilimento di Crespellano è stato inaugurato nel 2016, oltre un miliardo di investimento, e di 650 aziende che hanno contribuito a costruire questo sito 600 sono italiane. Perché quando si costruiscono impianti e di macchinari di nuova generazione farlo in co-design, multinazionali con piccole e medie imprese, questo è possibile farlo. Le competenze non vanno ricercate solo in una specifica persona ma in una filiera integrata che mette insieme le aree di expertise e porta a crescere un'intera generazione di imprese, di personale e di tecnologie che poi si sviluppano nel nostro Paese", ha continuato.

La formazione è centrale, ha ribadito Hannappel. "Esiste la necessità -ha detto- di avere un ingegnere con un più ampio spettro. Questo livello di formazione poi deve essere poi veicolato su un livello di formazione più specifico, perché le macchine non sono tutte uguali. Questa formazione noi di Philip Morris lo interpretiamo con quel tipo di investimento che credo molte aziende faranno, creandosi un proprio polo di formazione, non un'isola nel mare ma ben collegata alla terraferma con tanti ponti. Per noi sarà un istituto privato di Philip Morris, non solo fisico, che stiamo realizzando qui a Bologna, che collabora nella didattica con molti partner esterni come i politecnici di Torino e Bari, l'Alma Mater di Bologna", ha sottolineato il manager.

Quindi, in definitiva, per il manager, nel nostro Paese l'esigenza è di "lavorare su un processo di formazione un po' diverso rispetto al passato, forse un po' più tedesco. Creando dei centri di sapere che iniziano dagli Its si può veramente lavorare. Abbiamo dei progetti con la Regione Emilia Romagna per fare delle operazioni di crescita anche degli insegnanti degli Its". Per Hannappel, "da fare all'italiana c'è il nostro modo di lavorare in filiera non solo nella vendita dei prodotti ma anche nella formazione, da copiare dai tedeschi c'è l'attenzione alla scuola tecnica sulla quale possiamo migliorare molto".

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