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Fotografia: in 200 scatti il viaggio in Italia di Giovanni Gargiolli

27 novembre 2014 | 19.19
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Nella mostra ''Il Viaggio in Italia di Giovanni Gargiolli', in programma a Roma, da domani al 30 gennaio all'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, si segue l'attività del fondatore del Gabinetto Fotografico Nazionale, in un lungo itinerario fatto d'immagini dalle Valle d'Aosta alla Sicilia.

Pisa, piazza Duomo, fotografata da Giovanni Gargiolli (Foto dall'Istituto Centrale per il Catalogo e la documentazione)
Pisa, piazza Duomo, fotografata da Giovanni Gargiolli (Foto dall'Istituto Centrale per il Catalogo e la documentazione)

Quasi 200 fotografie per celebrare Giovanni Gargiolli, il fondatore del Gabinetto Fotografico Nazionale. A presentarle è la mostra 'Il Viaggio in Italia di Giovanni Gargiolli', in programma a Roma, all'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, da domani al 30 gennaio. Gargiolli ebbe per primo l’incarico di documentare il patrimonio culturale italiano: esperto di ottica, fisica e ingegneria, seppe convertire la fotografia in strumento di documentazione.

La mostra propone un percorso per immagini dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, seguendo l’attività del fondatore del Gabinetto Fotografico Nazionale, la struttura ministeriale che dalla fine dell’Ottocento a oggi documenta il patrimonio culturale italiano. Da queste fotografie in bianco e nero emergono paesaggi, borghi, pievi sperdute e antichi dipinti, un’Italia di una bellezza struggente. Una Italia riunificata da poco, che ritrova le ragioni della sua identità nazionale nella riscoperta e nello studio di una tradizione figurativa e artistica senza uguali al mondo.

L'esposizione si vuole ricollegare, riprendendone il nome, sia al grande viaggio fotografico compiuto negli anni Ottanta da Luigi Ghirri e dal gruppo di interpreti del paesaggio radunatosi intorno a lui, sia, andando a ritroso, all’omonimo viaggio letterario di Guido Piovene, che negli anni Cinquanta contribuì a rivelare agli italiani il paese rimessosi in cammino dopo la seconda guerra mondiale. Ma prima ancora, si ricollega alla tradizione europea del Grand Tour, nata nel Settecento.

Gargiolli, primo direttore di quello che sarà a partire dal 1923 il Gabinetto Fotografico Nazionale, è lo scienziato e l’artefice visivo che aiuta i padri fondatori della storia dell’arte italiana, Adolfo Venturi, Pietro Toesca, Corrado Ricci, a rimettere insieme la trama del percorso artistico nazionale. Insieme indagano e misurano pulpiti romanici, palinsesti di pitture murali, ruderi classici trasformati in ricoveri per attrezzi agricoli, in un viaggio in un paese straordinario dove ogni borgo sperduto conserva tracce e impronte di una creatività senza pari.

Già dal 1890 Gargiolli auspica che l’amministrazione delle Belle Arti si doti di una struttura dedicata alla produzione di fotografie del patrimonio culturale italiano, non commerciali, non elaborate per abbellirle e venderle meglio, dedicate alla registrazione di ogni più minuto dettaglio. L’amministrazione pubblica lo incarica di documentare cantieri di restauro e di scavo, rinvenimenti, cataloghi, mostre, richieste di esportazione.

C’è sempre Gargiolli anche per un genere di incarico frequente in quei tempi e impensabile oggi: fotografare monumenti, decori, cicli pittorici che stanno per essere distrutti per gli scavi, gli sventramenti, le sistemazioni urbanistiche.

Per far posto a Piazza Venezia, si distrusse Palazzo Torlonia, e conseguentemente il ciclo bellissimo degli affreschi del Podesti. Per far spazio ai muraglioni del lungotevere, si distrusse uno dei bracci dell’ospedale di Santo Spirito, con gli affreschi di Gregorio Gug lielmi.

Dell’uno e dell’altro restano solo le fotografie di Gargiolli, così come restano le foto di Villa Mills sul Palatino, distrutta anch’essa. Di altri monumenti e cicli pittorici distrutti restano solo le fotografie di Gargiolli, magari utili per le eventuali ricostruzioni: sono monumenti distrutti o dalla guerra, come l’abbazia di Montecassino e il Camposanto di Pisa con i grandiosi cicli d’affreschi, o dal terremoto, come le chiese e i palazzi dei centri della Marsica distrutti nel 1916.

'Il Viaggio in Italia di Giovanni Gargiolli' è quindi un viaggio a ritroso nella Direzione generale delle antichità e belle arti, per la quale Gargiolli lavorava. Emergono fotografie di vecchi restauri, di cicli pittorici documentati in previsione della loro distruzione, di collezioni private andate disperse, di scavi, di rinvenimenti. Si intravede il paesaggio italiano, nella sua fusione di natura e segni di antica antropizzazione, ruderi e lavori agricoli. E’ un viaggio a ritroso anche nella storia delle attrezzature antiche e delle antiche tecniche fotografiche, stampe all’albumina, aristotipie, gelatine d’argento virate.

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