E' stato catturato al termine di un inseguimento di un'ora e mezza tra la folta vegetazione dei Monti Lattari, alla quale aveva accesso tramite un complesso sistema di cunicoli che gli permetteva di scappare dalla sua abitazione in pochissimi secondi. Un intervento "molto delicato e difficile" quello che la scorsa notte ha permesso la cattura del latitante Antonio Di Martino, 40enne esponente della camorra dell'area stabiese, secondo quanto descritto dal capo della Squadra Mobile di Napoli Alfredo Fabbrocini.
Di Martino era sfuggito due anni fa all'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare da parte degli agenti della Squadra mobile di Napoli e del Commissariato di Castellammare di Stabia che fecero irruzione nella sua abitazione a Gragnano. Da allora sono scattate le complicate indagini della Polizia, coordinata dalla Procura di Napoli, con l'obiettivo di catturare Di Martino il quale era però favorito dalla morfologia del territorio. La sua abitazione, un complesso di più case nelle quali vivono anche altri suoi parenti, dispone infatti di una serie di cunicoli che danno sulla strada e di strutture appositamente create che gli permettevano di accedere agevolmente alla montagna, caratterizzata da una foltissima vegetazione.
E' stata necessaria la partecipazione degli uomini del Nocs e di complessivamente 100 uomini, supportati dall'utilizzo di ben tre droni, uno dei quali, a disposizione del Gruppo di Esplorazione aeromarittima della Guardia di Finanza, in grado di viaggiare a un'altitudine di 5mila metri e fornito di termotelecamere. E' stato così possibile seguire dall'alto la fuga del latitante e di due suoi parenti, allertati dall'abbaiare dei loro cani all'arrivo dei poliziotti. Gli uomini del Nocs, della Squadra mobile e delle altre sezioni hanno braccato i tre fuggitivi per circa un'ora e mezza, riuscendo a catturarli con non poche difficoltà.
"Si è trattato di un intervento molto delicato e difficile per le condizioni nelle quali si svolgeva e per la pericolosità del ricercato", ha sottolineato il procuratore di Napoli, Giovanni Melillo, indicando in Di Martino "un soggetto che aveva assunto una posizione di speciale rilievo nel contesto camorristico dell'area stabiese, in particolare nella zona di Gragnano e dei Monti Lattari caratterizzata dal fiorire di attività economiche. E' un esponente di vertice di un gruppo camorristico che ha una spiccata vocazione a pratiche estorsive ad attività della zona". Il questore di Napoli, Alessandro Giuliano, ha ribadito "l'importanza massima che ha per noi l'area stabiese, alla quale dedichiamo la nostra massima attenzione".