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In Germania modello italiano protagonista per la raccolta di frazioni organiche

07 aprile 2014 | 15.44
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In Germania modello italiano protagonista per la raccolta di frazioni organiche

Il modello italiano di raccolta del rifiuto umido sarà un benchmark alla Conferenza di Kassel specialmente per le municipalità tedesche, obbligate a introdurre la raccolta differenziata dell'organico entro la fine dell'anno in corso. Dal 1990 il ''Kasseler abfall- und bioenergieforum'' è l'incontro dedicato al tema della gestione dei rifiuti che richiama i protagonisti e massimi esperti dell'industria, delle pubbliche amministrazioni e del mondo scientifico in Germania.

L'edizione del 2014, che si svolgerà al Palazzo dei Congressi di Kassel dall'8 al 10 aprile, vedrà la partecipazione di Novamont che oltre alla presenza come espositore, illustrerà le proprie best practice derivate dalle sinergie tra il settore delle bioplastiche con i sistemi virtuosi di raccolta differenziata e l'industria del compost e del biogas. L'obbligo per tutti i comuni tedeschi di introdurre la raccolta differenziata dei rifiuti organici entro la fine del 2014 è reso ancor più interessante dagli incentivi governativi alla produzione di biogas da scarti organici, incentivi che stanno dando un forte impulso alla costruzione di impianti di digestione anaerobica.

Infatti, solo intercettando il rifiuto umido domestico (sinora lasciato nell'indifferenziato) i tedeschi potranno risolvere il problema della bassa resa produttiva di questi impianti di digestione anaerobica, attualmente alimentanti con rifiuti organici costituiti in gran parte da scarti verdi, energeticamente meno ricchi degli scarti di cucina e dunque di minor resa produttiva.

Germania ed Italia sono attualmente i due stati membri dell'Ue che raccolgono e recuperano le maggiori quantità assolute di frazione organica da rifiuti urbani (4,3 milioni di tonnellate raccolti nella ''Biotonne'' in Germania e 3,1 milioni di tonnellate di scarti umidi in Italia). Esistono però differenze nei modelli di raccolta e nelle efficienze di intercettazione relative agli scarti umidi da cucina raccolti dalle utenze domestiche.

Un'altra importante differenza tra i due modelli risiede nella costanza con cui il sistema porta a porta italiano intercetta l'umido da cucina indipendentemente da stagionalità e densità urbanistica del territorio, con pari efficacia nelle zone rurali e in quelle urbane ad elevata densità abitativa con una media di 70-80 kg pro capite e anno raccolti. Il sistema tedesco ne intercetta invece 50-60 kg pro capite e anno nelle zone mediamente popolate, che considerando una presenza del 50% di scarti verdi, si riducono a 25-30 kg pro capite e anno di scarti di cucina.

Questo valore scende a 24 kg pro capite e anno nelle aree urbane densamente popolate. Il modello italiano di raccolta dell'umido rappresenta quindi un'alternativa in Europa, perfettamente rappresentata dalla best practice della città di Milano che Amsa Spa, l'azienda locale che gestisce i servizi ambientali, è stata invitata ad illustrare nel corso del 'Kasseler abfall- und bioenergieforum'.

Amsa ha implementato il servizio di raccolta dell'umido alla fine del 2012; a poco più di un anno di distanza con 90 kg di umido pro capite anno raccolti e una qualità del rifiuto superiore al 95%, il servizio sta ottenendo risultati nettamente superiori a quelli di altre metropoli europee.

Novamont ha scelto di sostenere la scelta intrapresa dal Comune di Milano e da Amsa contribuendo con la donazione di oltre 700.000 sacchetti in Mater-Bi usati in abbinamento con la pattumiera aerata fornita da Amsa per la raccolta degli scarti di cucina e con essi inviati a digestione anaerobica e compostaggio, un esempio perfetto di economia circolare che copre l'intero ciclo produzione-consumo-smaltimento.

Per ogni tonnellata di rifiuto organico avviato al compostaggio si stima, infatti, un risparmio di 94,9 kg Co2; nel caso di Milano si stima che a regime si raggiungeranno circa 130.000 tonnellate di scarti organici avviati a recupero con un taglio di circa 12.337 tonnellate di Co2 annue.

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