A sfidare il divieto in vigore dal 1979 più di un milione di persone
Alcolici di contrabbando o fatti in casa. In Iran, dove bere è reato, l'acol è un problema e i casi di alcolismo si moltiplicano. Così la Repubblica Islamica progetta l'apertura di 150 centri per alcolisti. Secondo le autorità sarebbero almeno 200mila gli iraniani che abusano di bevande alcoliche.
Ma dati diffusi lo scorso anno dall'allora presidente dell'Asia Pacific Association of Medical Toxicology (Apamt), Reza Afshair, parlano di più di un milione di iraniani - su una popolazione totale di oltre 80 milioni - che beve alcolici. Il 30% sono donne.
I nuovi centri - ha spiegato all'agenzia di stampa iraniana Isna Alireza Noriuzi, funzionario del ministero della Salute di Teheran - offriranno corsi nell'ambito di programmi di disintossicazione. Sei strutture dovrebbero aprire entro il prossimo marzo. Il primo centro per alcolisti è stato aperto due anni fa nella capitale. Nella Repubblica Islamica il divieto di consumo, possesso e produzione di bevande alcoliche è in vigore dal 1979 e l'unica eccezione riguarda la minoranza cristiana.