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In Italia il consumo di suolo viaggia alla velocità di 8 mq al secondo

24 luglio 2014 | 13.05
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In termini assoluti, sono irreversibilmente persi circa 22.000 kmq

In Italia il consumo di suolo viaggia alla velocità di 8 mq al secondo

Non si arresta in Italia il consumo di suolo. E se per oltre 50 anni sono stati consumati, in media, più di 7 mq al secondo, oggi il consumo di suolo viaggia alla velocità di 8 mq al secondo. In termini assoluti, sono irreversibilmente persi circa 22.000 kmq. Lo rileva l'edizione 2014 dell'Annuario dei dati ambientali dell'Ispra, presentato oggi a Roma.

Nel 2012 le stime del consumo di suolo a livello regionale mostrano che in 15 regioni viene superato il 5% di suolo consumato, con le percentuali più elevate in Lombardia e in Veneto (oltre il 10%) e in Emilia Romagna, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia (valori compresi tra l'8 e il 10%). Non è una buona notizia per un Paese come l'Italia che, per le particolari condizioni climatiche e geomorfologiche, è una nazione ad alto rischio geologico-idraulico.

Il 2013 è stato caratterizzato da precipitazioni al di sopra della media climatologica in molte zone del territorio nazionale e dal succedersi di eventi meteorologici particolarmente intensi che hanno causato l'innesco di numerosissimi fenomeni franosi come in Toscana nel mese di marzo con oltre 600 frane nel solo bacino dell'Arno.

In Italia le frane censite sono 499.511 e interessano un'area di 21.182 kmq, pari al 7% del territorio nazionale. Nel 2013 sono stati censiti 112 eventi principali di frana, distribuiti su gran parte del territorio italiano. Non aiutano i cambiamenti climatici: in Italia, rileva l'Annuario, aumenta la frequenza e l'intensità della durata di eventi estremi quali alluvioni, siccità e onde di calore.

Nel 2013 l'anomalia della temperatura media (+1,04 °C) è stata superiore a quella globale sulla terraferma (+0,88 °C), mentre il numero medio di notti tropicali, cioè con temperatura minima maggiore di 20°C, è stato superiore al valore normale, come sempre negli ultimi 13 anni: in media, circa 10 giorni in più nell'anno.

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