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In Libia salta il voto, Gazzini (Icg): "Tutti per lo status quo"

22 dicembre 2021 | 13.24
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"Siamo tornati al punto di partenza, in Parlamento sembrano concentrati su nomina nuovo governo"

(Fotogramma)
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"Non c'è nessun piano concreto", almeno per ora, per far sì che i libici vadano alle urne per il primo turno delle elezioni presidenziali il prossimo 24 gennaio, come proposto dall'Alta commissione elettorale che ha annunciato il rinvio del voto inizialmente fissato per venerdì prossimo, passando di fatto la palla al Parlamento. E qui sembra si pensi più alla nomina di un nuovo governo, che prenda il posto di quello di Abdul Hamid Dbeibah, per andare avanti così, senza il voto. Lo status quo in cui "nessuno perde nulla". E' il commento a caldo di Claudia Gazzini, esperta di Libia dell'International Crisis Group (Icg), che in un'intervista all'Adnkronos invita a "prendere con le pinze" gli annunci sulla data del 24 gennaio e parla di un "lavoro intenso per un piano B".

L'annuncio odierno "è semplicemente un tentativo del capo della commissione elettorale di rimbalzare le responsabilità al Parlamento, di non figurare come colui che ha bloccato il progetto elettorale ma - osserva - al momento non c'è nessun piano concreto per fare le elezioni il 24 gennaio". Mentre, prosegue l'esperta che nei giorni scorsi avvertiva del rischio "caos istituzionale" e di come le "fazioni libiche" fossero "tornate a fare i loro complotti", in "Parlamento sembrano tutti aizzati a concentrarsi nelle prossime settimane sulla nomina di un nuovo governo".

'illusione credere che i libici al potere volessero cambiamento, siamo tornati al punto di partenza'

Ieri a Bengasi da Khalifa Haftar, uomo forte dell'est, c'erano diversi 'candidati' al voto, primi tra tutti Ahmed Maitig e Fathi Bashagha, ex ministro degli Interni originario di Misurata. "Non so - dice Gazzini - se questo abbia gettato le fondamenta per una strategia di sostegno a una nomina di un governo o meno".

Oggi nei fatti è "come se nessuno voglia ufficialmente dire che le elezioni sono cancellate". E Gazzini evidenzia il "paradosso" perché - rileva - "ci eravamo illusi che i libici al potere veramente volessero il cambiamento e dicessero 'sì' alle elezioni" e "invece siamo tornati al punto di partenza". Ovvero, "si vuole mantenere lo status quo", i "gruppi di interesse vogliono mantenere i loro interessi", a cominciare dall' "accesso ai fondi pubblici". E, conclude, si "vuole continuare a replicare questa idea del nominare i governi dall'alto piuttosto che dal basso", cercando quindi un "accordo affinché nessuno perda nulla e la situazione resti così com'è".

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