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In ospedale 700mila infezioni all'anno, al Gemelli il progetto 'mani pulite'

05 maggio 2014 | 17.15
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In ospedale 700mila infezioni all'anno, al Gemelli il progetto 'mani pulite'

Roma, 5 mag. (Adnkronos Salute) - Infezioni ospedaliere, un problema che coinvolge circa 500-700mila dei 9,5 milioni di italiani che vengono ricoverati ogni anno nelle strutture sanitarie italiane, con percentuali che oscillano fra il 5 e il 17% di tutti i ricoveri. L'igiene delle mani può contribuire a ridurre il fenomeno fino a dimezzarlo, ed è questo l'obiettivo di un progetto lanciato dal Policlinico universitario Agostino Gemelli di Roma, in occasione della Giornata mondiale per l'igiene delle mani, istituita dall'Organizzazione mondiale della sanità: al via una serrata campagna di informazione ed educazione interna all'ospedale che ha come 'slogan' il semplice quesito: "Ti sei lavato le mani?".

"Si tratta di un tema importante nella sua semplicità - dice all'Adnkronos Salute Walter Ricciardi, direttore del dipartimento Sanità pubblica del Gemelli - ma che viene ancora oggi largamente ignorato. Negli ospedali usiamo oggi il 90% in meno di gel alcolico di quello che dovremmo. Nei Paesi scandinavi o anche in Grecia se ne consuma il 40% in più della quantità totale necessaria stimata. Ma il recupero è fattibile e significa salvare decine di migliaia di vite ogni anno: se pensiamo che su 9,5 milioni di ricoveri fino al 17% contrae un'infezione e che il 3% muore, ci si può rendere conto dell'entità del problema".

"L'igiene delle mani - ha aggiunto Gabriele Sganga, direttore del master Sepsi in chirurgia e docente del dipartimento di Scienze chirurgiche - se eseguita regolarmente e correttamente, prima e dopo ogni contatto con un paziente, meglio se usando un gel alcolico che è più efficace di un normale detergente, si stima che riduca le infezioni ospedaliere mediamente dal 10 al 50%". Con questa iniziativa il Gemelli punta a ridurre l'incidenza di infezioni ospedaliere del 5-15% già a un anno dall'avvio della campagna. I germi patogeni in ospedale sono trasmessi attraverso una qualche forma di contatto: "Per esempio - evidenzia Sganga - i batteri acquisiti sulle mani da una ferita infetta possono essere trasferiti a qualunque altro dispositivo o oggetto 'toccato', finanche ai fogli della cartella clinica; se questa viene maneggiata da un altro operatore sanitario che non si è lavato le mani, facilmente può infettare il paziente successivo. Queste trasmissioni diventano più significative se c'è contatto con una incisione chirurgica o se il soggetto è immunocompromesso o comunque debilitato".

Le campagne di sensibilizzazione rivolte sia agli operatori sanitari che ai diversi frequentatori degli ospedali danno frutti concreti: per esempio da uno studio multicentrico italiano sulla adesione al lavaggio delle mani, è emerso che se prima dell'avvio della campagna (condotta nel 2007/2008 e promossa dal Centro per il controllo delle malattie del ministero della Salute) si registrava il 75% di 'non adesioni' alla procedura del lavaggio delle mani, subito dopo la messa in atto della campagna, negli stessi Centri la non adesione è scesa al 38% e nel 2010, a distanza di due anni dall'intervento di sensibilizzazione, si è mantenuta intorno al 40%.

La campagna di promozione dell'igiene delle mani lanciata in questi giorni prevede interventi di comunicazione a 360 gradi, con la messa a punto di cartellonistica informativa ad hoc sui più importanti 'percorsi ospedalieri' e progressivamente estesa a tutti i reparti, dedicata a ogni utente del policlinico. Ma non solo. "Il progetto - aggiunge Fabrizio Celani, direzione Rischio clinico e igiene del Gemelli - oltre alla campagna di comunicazione, prevede la revisione delle Linee guida aziendali in materia e la rilevazione, mediante check list strutturate, della compliance degli operatori. In programma, inoltre, l'avvio di un percorso formativo per gli operatori, sia mediante incontri sul campo che corsi Fad, che proseguirà anche nei prossimi anni, la verifica della distribuzione dei dispensatori di gel alcolico nei diversi setting assistenziali e la valutazione sistematica dei risultati della campagna".

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