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Sale fiducia di consumatori e imprese: ai livelli massimi da due anni

28 settembre 2015 | 10.25
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(Infophoto) - PRISMA
(Infophoto) - PRISMA

Netto rialzo delle fiducia di consumatori e imprese a settembre. Lo indicano i dati diffusi dall'Istat che mostrano come l'indice del clima di fiducia dei consumatori aumenta a settembre 2015 a 112,7 da 109,3 del mese precedente. Quanto all’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane (Iesi, Istat economic sentiment indicator), sale passando a 106,2 da 103,9 di agosto.

''Entrambi gli indici permangono ai livelli massimi osservati negli ultimi due anni'', sottolinea l'Istat. ''Tutte le stime delle componenti del clima di fiducia dei consumatori aumentano, con un incremento più consistente per quella economica (a 143,2 da 133,1) ma anche per quella personale (a 103,6 da 101,4), quella corrente (a 108,0 da 104,0) e quella futura (a 122,0 da 117,7)'', prosegue la nota.

''Migliorano le stime sia dei giudizi sia delle attese dei consumatori sull'attuale situazione economica del Paese (a -47 da -61 e a 14 da 6, i rispettivi saldi). Gli intervistati vedono un rallentamento della crescita dei prezzi sia nei 12 mesi passati sia nei prossimi 12 mesi (a -19 da -14 e a -18 da -14 i saldi). Diminuiscono significativamente le attese di disoccupazione (a 7 da 25)'', continua l'Istat.

''Riguardo le imprese, crescono tutti i climi di fiducia: quello del settore manifatturiero (a 104,2 da 102,7), quello delle costruzioni (a 123,3 da 119,5), quello dei servizi di mercato (a 112,2 da 110,0) e quello del commercio al dettaglio (a 108,8 da 107,8)'', prosegue la nota.

''Nelle imprese manifatturiere migliorano sia i giudizi sugli ordini (a -11 da -15 il saldo) sia le attese sulla produzione (a 12 da 11), mentre i giudizi sulle scorte rimangono stabili (a 3). Nelle costruzioni migliorano sia i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione sia le attese sull'occupazione (a -30 da -32 e a -7 da -10, i rispettivi saldi)'', rileva l'Istat.

''Nelle imprese dei servizi migliorano i giudizi e le attese sugli ordini (a 9 da 4 e a 10 da 6, rispettivamente) ma non le attese sull'andamento generale dell'economia (a 16 da 19). Nel commercio al dettaglio migliorano i giudizi sulle vendite correnti (a 16 da 14), mentre peggiorano le attese sulle vendite future (a 28 da 29) e in diminuzione sono giudicate le giacenze di magazzino (a 10 da 12)'', conclude la nota.

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