Sesso e politica, droga, potere e ricatti. Ma soprattutto la storia di una donna, un transessuale, che si racconta in prima persona. Tra segreti e bugie, misfatti e sogni. Debutta al teatro ad Andria, mercoledi' prossimo, nell'ambito del Festival Castel del Monte, 'Vita oscena di Brenda Wendel Paes' scritto da Simonetta Damato, in scena nel ruolo di protagonista, e Gabriele Paolocà, che ha curato la regia, spettacolo menzione speciale al 'Premio nazionale Giovani realtà del Teatro' 2016.
Sei anni di lavoro e di ricerche per i due giovani autori. ''Non sarà una pièce aneddotica o cronachistica, al contrario abbiamo voluto dar voce, corpo, anima ad una creatura sfruttata e poi rinnegata dalla nostra società. Brenda, coinvolta nel 'caso' Marrazzo, trovata uccisa il 20 novembre 2009, è per noi un simbolo, una martire''.
'La vita oscena' racconta, in parte, l'infanzia del trans di origine brasiliana, il suo 'amore' per il Cristo Redentore, che sovrasta la Baja di Rio de Janeiro, il suo desiderio di abbandonare l'Italia, i suoi timori, le sue paure. Simonetta Damato e Gabriele Paolocà immaginano Brenda all'interno di una gabbia, come una tigre. La sua stanza come prigione da cui tenta di evadere. Inutilmente.
''In fondo Brenda è un'illusa, una sognatrice - ha spiegato Gabriele Paolocà- entrata all'interno di un gioco più grande di lei, che si trasforma in una sorta di buco nero, in un vortice inarrestabile nella sua discesa. Soldi, droga, prostituzione, ricatti. E Brenda sprofonda, sprofonda... fino alla sua misteriosa morte''.
'' In fondo, però, la nostra protagonista è una donna che ha fiducia nel prossimo, crede nel libero arbitrio - ha aggiunto - Ama circondarsi di persone potenti, di politici, di uomini che hanno i soldi, come nel caso dell'ex governatore del Lazio, Piero Marrazzo. E' convinta di poter guadagnare, di poter dare una svolta alla proprio esistenza. Ma il potere è torbido, ambiguo, sinistro e la sua 'vita oscena' ne verrà travolta''.
''Nel nostro spettacolo - ha proseguito Paolocà- non pronunciamo mai il nome e il cognome del governatore del Lazio, lo chiamiamo solo il 'presidente'. Non vogliamo giudicare 'politicamente' Marrazzo. Quello che è fondamentale per noi è non far morire per la seconda volta Brenda. Ridarle vita attraverso la nostra pièce, svelare la sua umanità, denunciare quello che si nasconde, per esempio, dietro la 'tratta' dei trans dal Brasile''.
''Raccontiamo - ha concluso - come la bellezza e il male siano sempre destinati ad essere le due facce di una stessa medaglia. Nulla a che fare, comunque, con i 'Fleur du mal' di Beaudelaire, perchè nel nostro spettacolo non c'è redenzione alcuna per Brenda. Per gli umili, per gli indifesi non ci sarà mai il riscatto agognato. Eppure, può sembrare strano, ma il nostro spettacolo parla di umanità, anche quella apparentemente sparita''.