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Ciclismo: il fratello di Michele Scarponi in viaggio in bici per la sicurezza stradale

21 settembre 2020 | 12.11
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Cinque giorni da Filottrano a Roma per sensibilizzare sul tema. Arrivo a Porta Pia nel giorno del compleanno del campione di ciclismo

Marco Scarponi all'inizio del viaggio
Marco Scarponi all'inizio del viaggio

In viaggio in bici con altri quattro amici da Filottrano, in provincia di Ancona, a Roma per sensibilizzare sul tema della sicurezza stradale di chi pedala, con arrivo il 25 settembre in tempo per il compleanno di Michele Scarponi. Lo ha iniziato oggi il fratello minore, Marco, per continuare a puntare l'indice -cosa che fa dalla morte del campione di ciclismo, travolto in allenamento da un furgone- con la sua Fondazione dedicata all'"Aquila di Filottrano" e raccogliere fondi per la partecipazione nel nome di Scarponi al Giro-E che si correrà sulle strade del Giro Rosa, portando una volta di più il nume di Michele in una competizione. Il viaggio è cominciato oggi, ed è accompagnato da una lettera aperta che Marco ha scritto a Michele.

"Il 25 settembre 2020 avresti compiuto 41 anni -scrive Marco Scarponi-, ma quel maledetto 22 aprile 2017 sei stato investito in strada, mentre ti stavi allenando a due chilometri da casa nella nostra Filottrano, avevi la precedenza ma a quell’incrocio chi era alla guida del furgone ha svoltato a sinistra e ha fermato il tuo – e il nostro tempo – a quel sabato d’inizio primavera. E così tu che avevi pedalato sulle strade di tutto il mondo sei morto all’istante, vittima della violenza stradale, a due passi da casa. Avevi 37 anni e non eri soltanto un grande ciclista – avevi vinto nel 2011 il Giro d’Italia e proprio in quel 2017 ti saresti presentato al via della Corsa Rosa come Capitano della tua squadra – ma eri padre di due bambini gemelli che quel giorno non avevano ancora cinque anni".

Da quel momento inizia la lotta di Marco e della sua Fondazione, presto accolta dal resto della galassia di esperienze, strutturate o di base, che si sgola da anni per chiedere una seria lotta all'insicurezza stradale: lotta che "rischia di essere vana se manca un orizzonte chiaro, una stella polare, una guida. E questa guida, caro Michele, deve essere lo Stato Italiano. Come vogliamo le nostre strade domani? Ancora occupate in lungo e in largo da auto inquinanti e sempre più grandi, armi attraverso le quali si uccide senza essere assassini; oppure le vogliamo sicure per i bambini, per chi va in bicicletta, per gli anziani e per i disabili? È una questione di scelte e di priorità. C’è solo da copiare da Paesi a noi vicini. Perché non lo facciamo?".

Il viaggio in cinque tappe ( Filottrano/Camerino, Camerino/Bevagna, Bevagna/Bolsena, Bolsena/Calcata, Calcata/Roma) si concluderà appunto il 25 settembre e fermerà i pedali davanti al ministero dei Trasporti, a Porta Pia.

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