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Incendia auto in officina a Milano, invocazione a santi 'intercettata' da carabinieri

15 gennaio 2022 | 20.15
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Incendia auto in officina a Milano, invocazione a santi 'intercettata' da carabinieri

Una "completa autoconfessione" del reato commesso: aver incendiato cinque auto e una moto in un'autofficina di Pieve Emanuele, in provincia di Milano, per vendetta dopo una lite in famiglia. Una confessione, intercettata però dai carabinieri, nel corso di un'invocazione ad alta voce rivolta ai santi per chiedere perdono per il gesto. L'autore del rogo, un 71enne residente in provincia di Pavia, già sospettato dell'incendio e monitorato dai militari, è stato ascoltato dagli inquirenti mentre all’interno della sua auto pregava di farla franca e ammetteva ogni propria responsabilità per l’incendio. L'uomo è finito agli arresti domiciliari. Nella notte del 14 agosto scorso l'uomo, dopo una lite con il proprietario dell'autofficina, aveva cosparso le auto di benzina e le aveva incendiate.

"Dolcissimo San Michele Arcangelo -dice l'uomo nel suo monologo, riportato nell'ordinanza del gip di Milano, Guido Salvini- ti prego aiutami in questo momento più di bisogno e perdona quello che ho fatto, che ho dato fuoco alle macchine. Aiutami con la legge, sta indagando su di me. Fai che non mi arrestano e che non mi condannano, ti prego dolcissimo San Michele Arcangelo, intervieni tu! Porta al Signore tutto il mio dispiacere, le mie lacrime, le mie sofferenze". E rivolto a San Giuseppe: "Ti prego concedimi la grazia che ti sto per chiedere, fa che i carabinieri di Pieve Emanuele non mi condannano e non mi giudicano e non mi arrestano per questo gesto sconsiderato che ho fatto, l'ho fatto solo per rabbia".

Il gip nell'ordinanza spiega che la richiesta del pm degli arresti domiciliari per il 71enne "appare necessaria e sufficiente", tenuto conto della "resipiscenza manifestata dall'imputato in forma del tutto anomala ma comunque spontanea nelle invocazioni".

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