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Imprese: inclusione sociale rappresenta fattore sviluppo

20 novembre 2015 | 12.42
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Un momento del convegno
Un momento del convegno

Rafforzare l’inclusione sociale richiede anche e soprattutto alle imprese di saper stare nel territorio ed essere vicini alle persone e alle comunità per dare risposte concrete ai loro bisogni, collaborando con tutti gli stakeholder di riferimento. E' il messaggio emerso dall'incontro 'L’inclusione sociale e le chiavi dello sviluppo', che Anima per il sociale nei valori d'impresa e Fondazione Sodalitas hanno organizzato a Roma, per far conoscere alcuni esempi particolarmente efficaci nell’affrontare le aree di più forte disagio, attraverso la voce di imprese per cui l’impegno a favore dell’inclusione sociale rappresenta un fattore decisivo di sviluppo.

Il convegno si inserisce nel programma ufficiale della XIV Edizione della Settimana della Cultura d’Impresa, che Confindustria organizza per diffondere i valori della cultura d’impresa e il patrimonio storico dei musei e degli archivi aziendali nazionali.

Alla base di questa esperienza, come dichiarato dal coordinatore del Gruppo Tematico Cultura di Confindustria Antonio Calabrò, “c’è una doppia sfida, che l’impresa italiana, anche e soprattutto quella piccola e media, deve imparare ad affrontare sempre più efficacemente e che sta al centro del lavoro del gruppo Cultura di Confindustria: fare crescere nel Paese una cultura favorevole all’impresa e all’intraprendenza, con un occhio attento ai decisori politici e soprattutto alle nuove generazioni; e dare agli imprenditori e a tutti gli uomini e le donne d’impresa una maggiore consapevolezza del proprio ruolo chiave non solo come soggetti che creano ricchezza e lavoro, ma come attori sociali determinanti per la cultura, la partecipazione, la coesione sociale”.

“Abbiamo da tempo maturato la consapevolezza che non possiamo parlare di sviluppo e di crescita -ha dichiarato Sabrina Florio, presidente di Anima per il sociale-: fintanto che esisteranno nella nostra società sacche di povertà, emarginazione ed esclusione sociale. Molte imprese sono pertanto attive e hanno messo in moto meccanismi di successo, sia nella lettura e interpretazione del tessuto sociale in cui operano che nelle risposte fornite alle problematiche intercettate. Sono quindi un esempio virtuoso di come fare impresa in maniera responsabile sia una delle strategie vincenti per affrontare le sfide contenute nella nuova agenda globale per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite”.

A introdurre le testimonianze anche il consigliere delegato di Fondazione Sodalitas Carlo Antonio Pescetti, che ha aggiunto: “Vent’anni fa, quando è nata Fondazione Sodalitas, era convinzione diffusa che la lotta all’esclusione sociale dovesse riguardare il Terzo Settore e le Istituzioni come soggetto finanziatore. Oggi non è più così: sappiamo infatti che per le imprese più avanzate promuovere l’inclusione sociale è un impegno che rientra nel perimetro delle proprie responsabilità primarie, ed è un fattore chiave di legittimazione sociale per l’impresa stessa".

"Nei tempi in cui viviamo - ha proseguito Pescetti - è fondamentale costruire risposte condivise a problemi che non è più possibile affrontare caso per caso: in questo senso sviluppare collaborazioni multi-stakeholder tra imprese, Organizzazioni Nonprofit e Pubblica Amministrazione è un presupposto fondamentale per rispondere ai bisogni delle persone e delle comunità”.

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