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"Indennità parlamentare sarà pignorabile"

09 settembre 2018 | 13.12
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(Fotogramma)
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Impignorabilità dell'indennità parlamentare addio. Un altro pezzo dei "privilegi" di senatori e deputati potrebbe essere demolito, qualora venisse approvata una proposta di legge, presentata da Maria Edera Spadoni, vice presidente cinquestelle della Camera, depositata a giugno in commissione Affari Costituzionali e sottoscritta da una novantina di deputati del M5S.

Attualmente, premette l'esponente pentastellata, le norme in vigore 'mettono al riparo' l'indennità parlamentare e la diaria dal sequestro e dal pignoramento, cosicché chi reclama un credito da un parlamentare, può vedersi sbarrata la strada dal diritto di esigerlo e dal potersi rivalere economicamente.

"Tra le disposizioni che richiedono ancora di essere adeguate alla mutata sensibilità sociale", scrive la Spadoni sulla relazione al testo di legge c'è appunto il "trattamento economico dei membri del Parlamento" che è disciplinato dalla legge 31 ottobre 1965, n. 1261, in attuazione dell'articolo 69 della Costituzione. Nel corso degli anni alcune peculiarità (come il regime tributario di favore previsto per l'indennità), sono state corrette dalla legge 724 del 1994.

Dal punto di vista giuridico, i componenti delle Camere non sono inquadrabili fra i pubblici impiegati, ma la dottrina corrente "ritiene che l'indennità parlamentare abbia ormai assunto una natura sostanzialmente retributiva" e "anche la giurisprudenza costituzionale - osserva la vice presidente della Camera - sembra essersi avviata su questo percorso".

"È giunto dunque il momento - spiega Spadoni, introducendo le ragioni della sua proposta - di prevedere, nel rispetto del principio di eguaglianza sancito dall'articolo 3 della Costituzione, che l'indennità e la diaria dei parlamentari, come quelli di qualsiasi altro lavoratore italiano, possano essere pignorate da eventuali creditori o sequestrate, rimuovendo una norma che può essere percepita come immotivata diseguaglianza tra i parlamentari e i cittadini".

Nel contesto della crisi economico-finanziaria che ha colpito l'Italia, la norma, "concepita in origine come tutela dell'indipendenza del parlamentare, finisce per alimentare il sentimento di sfiducia dei cittadini italiani verso il sistema politico". Nel corso della XVII legislatura, conclude Spadoni, il M5S "ha raggiunto importanti risultati nell'eliminazione dei privilegi dei parlamentari: è stata ottenuta una maggiore trasparenza nei documenti di bilancio, si sono ridotte le automobili di servizio della Camera e i contributi erogati ad associazioni varie e si è operata una decisa razionalizzazione delle spese di rappresentanza".

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