Dopo la vittoria elettorale del leader induista Narendra Modi, "non vi sarà più posto per i suoi critici in India". A dichiararlo è stato uno dei leader del partito nazionalista hindu Bahratyia Janata party (Bjp), sollevando forti polemiche nel clima già surriscaldato della lunga maratona elettorale indiana.
"Chi cerca di fermare Modi dal diventare primo ministro ha gli occhi in Pakistan. Nei prossimi giorni non vi sarà più posto per i suoi critici in India, ma solo in Pakistan", ha affermato Giriraj Singh in un comizio nello stato del Bihar, diffuso da Ndtv. Le sue parole sono apparse un chiaro riferimento all'elettorato musulmano, ostile al Bjp.
I sondaggi prevedono una vittoria del Bjp alle elezioni nazionali che, iniziate il 7 aprile, proseguono a tappe fino al 12 maggio. Il partito nazionalista hindu appare destinato a spodestare lo storico partito del Congresso che, salvo una legislatura, ha sempre governato l'India dopo l'indipendenza. La minoranza musulmana è però decisa a far sentire il proprio peso, dato che in 46 delle 543 circoscrizioni elettorali rappresenta il 30% dell'elettorato, mentre in altre 64 esercita un'influenza potenzialmente decisiva. Modi si presenta come efficace amministratore, forte del successo economico del Gujarat, stato di cui è primo ministro. Ma i musulmani temono la sua ideologia nazionalista hindu e lo accusano di non aver fermato il massacro che nel 2002 costò la vita ad un migliaio di musulmani del Gujarat, trucidati come vendetta per la morte di 58 pellegrini hindu morti nel rogo di un treno.
