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Industria, a febbraio balzo dell'1,3%

23 marzo 2017 | 12.51
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Balzo della produzione industriale nel mese di febbraio, a +1,3% su gennaio. E' quanto si legge nella 'Congiuntura Flash' pubblicata dal Centro studi Confindustria, in cui si aggiunge che il Pil italiano è atteso crescere a ritmo lento anche a inizio 2017, dopo il +0,2% nel 4° trimestre 2016.

"Risentendo dell’andamento negativo della produzione industriale, che in gennaio è calata più dell’atteso (-2,3% contro -1,2%); nonostante il buon rimbalzo dell’1,3% in febbraio (stime Csc), l’acquisito nel trimestre è di -0,3%. Nelle costruzioni l’attività segna -3,8% in gennaio (-2,5% l’acquisito)", afferma il Csc.

Le indagini qualitative tracciano un quadro più positivo. Nel manifatturiero nei primi 2 mesi 2017 l’indice di fiducia è salito a 105,7 (+2,5 punti sul 4° trimestre 2016) e il saldo delle attese di produzione a 12,5 (da 10,7 nel 4°). Maggior ottimismo anche nelle costruzioni (+0,4 punti). Il Pmi composito in febbraio segnala accelerazione: +2,0 punti, a 54,8 (53,8 nel 1° bimestre da 52,5 nel 4° trimestre 2016); il rafforzamento riguarda sia il terziario (+1,7 punti, a 54,1) sia il manifatturiero (+2,0, a 55,0). L’anticipatore Ocse, in flessione dello 0,04% a gennaio (a 100,1), non preannuncia però un maggiore slancio del Pil nella parte centrale dell’anno, spiega ancora il Csc.

Quanto all'export, a gennaio è salito, a prezzi costanti, dello 0,2% su dicembre ed è del 2,3% sopra la media del quarto trimestre 2016 (quando era cresciuto del 2,1%; stime Csc), trainato dalle vendite extra-Area euro (+4,1% sul trimestre precedente), mentre quelle intra-Area hanno ristagnato (-0,2%). I paesi asiatici, tra cui Cina e Giappone, e gli Stati Uniti sono i mercati di destinazione più dinamici. I settori che hanno accelerato sono stati beni strumentali (+2,8%, anche grazie a vendite straordinarie di mezzi di navigazione, dopo +1,7%), beni intermedi (+1,5%, dopo +1,6%) e ha rallentato in quelli di consumo (+0,5%, dopo +1,5%). Continuerà a essere sostenuta dalla crescita della domanda mondiale; le prospettive sono confermate robuste dagli indicatori qualitativi sugli ordini esteri nel manifatturiero italiano: nel primo bimestre dell’anno a 55,1 la componente del Pmi Markit, al top da fine 2015.

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