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Infortuni: De Felice (Inail), confronto Ue per studio politiche prevenzione

19 giugno 2015 | 15.45
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L'auspicio è quello di sintetizzare queste esperienze e renderle disponibili per il pubblico. Rotoli: "1 mld per finanziare progetti sicurezza pmi dal 2010" (video). Rampi (Inail): "Diverse politiche prevenzione Paesi Ue" (video). Importante organizzare bene il lavoro per contenere il fenomeno degli infortuni. La Peccerella: "Se non recepite direttive Ue restano meri principi" (video)

Un momento del seminario Inail
Un momento del seminario Inail

La prevenzione dei rischi sul lavoro passa per lo studio pratico delle politiche di prevenzione attuate nei diversi Stati europei. Questa la sintesi del seminario internazionale organizzato dall'Inail, con il patrocinio dell’Issa, International social security association. L’Inail, infatti, nell’ambito delle relazioni internazionali e dei rapporti di collaborazione con l’Issa, ha avviato il confronto con alcuni istituti europei sui modelli istituzionali e le iniziative adottati per promuovere e migliorare l’attività di prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali. (video)

"L'obiettivo -ha spiegato a Labitalia il presidente dell'Inail, Massimo De Felice- è quello di approfondire tecniche e modalità di coordinamento delle attività di prevenzione degli infortuni mettendo a confronto esperienze e progetti e lavori in essere in diversi Stati europei, in particolare in Gran Bretagna, Danimarca, Germania e appunto Italia".

"L'auspicio -ha sottolineato- è quello di sintetizzare queste esperienze e renderle disponibili per il pubblico, in un giudizio di qualità della sicurezza che potrà caratterizzare, speriamo, la situazione d'impresa".

"Sarebbe bene arrivare -ha aggiunto De Felice- a una sorta di rating della sicurezza nelle imprese. Qualche esperienza è già stata maturata in Danimarca e richiede un approfondimento per omogeneizzare tecniche e criteri". Per il presidente dell'Istituto, "le cause di infortunio possono essere abbastanza agevolmente schematizzate e definite". "Il problema -sottolinea- è quello della rilevazione adeguata del dato relativo alle cause e poi dell'elaborazione tecnica di questi dati per tentare di individuare gli ambiti di maggiore rischio".

"Purtroppo, soltanto il numero degli infortuni -ha ammesso- non è sufficiente; è necessario calibrare, tecnicamente diremmo normalizzare, il numero degli infortuni relativamente al periodo di esposizione al rischio, perché solo così possiamo riuscire a valutare l'efficacia delle politiche di prevenzione".

"Su questo -ha assicurato Massimo De Felice- l'Inail sta molto lavorando. Sta tentando di costruire l'universo dei suoi assicurati, non potendo oggi avere misurazioni ancora precise dei tempi di esposizione al rischio, per sotto settori di attività o per processo lavorativo. Noi ci auguriamo di poter raggiungere questo obiettivo a breve termine grazie alla collaborazione con l'Istat e con l'Inps".

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