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Infrastrutture: Sace, spesa crolla del 30,6% da 2008 a 2021, tra crisi e covid 'taglio' di 20 mld

01 agosto 2022 | 17.55
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Foto Adnkronos
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Dalla recessione mondiale del 2008 allo scorso anno le spesa per infrastrutture è crollata del 30,6%, passando da 65,3 miliardi a 45,3 miliardi (-20 mld). ''Questa tendenza ha rappresentato la 'perdita' di circa un terzo del valore della spesa annua in poco più di dieci anni''. E' quanto emerge dal focus della Sace 'Ieri, oggi e domani: le infrastrutture in Italia', che si basa su uno studio realizzato da Oxford economics e su alcune pubblicazioni del Cresme. Il calo non si registra solo in termini assoluti ma anche in rapporto al prodotto interno lordo: se nel 2008 gli investimenti rappresentavano il 3,7% del Pil, nel 2021 l’incidenza è scesa al 2,7%, dopo aver toccato il valore minimo pari a 2,1% nel 2017. Gli investimenti italiani in infrastrutture si sono contratti, in termini reali e in media annua, del 2,8%. ''Un ritmo oltre cinque volte superiore a quello a cui è decresciuto il Pil nello stesso periodo''.

''La Crisi finanziaria globale (Cfg), e conseguente recessione mondiale del 2008, e la crisi europea dei debiti sovrani del 2011 hanno avuto un forte impatto sull’economia di alcuni Paesi'' che, di riflesso, ''hanno tagliato la spesa pubblica, specie in conto capitale, per avviare una rapida e intensa correzione delle finanze statali. Numerosi progetti infrastrutturali sono stati, quindi, cancellati o rinviati a causa delle maggiori pressioni in termini di fabbisogni finanziari''.

''La storia recente -si legge nel dossier- riflette un’Italia con una spesa per investimenti in infrastrutture in costante riduzione e che ha progressivamente accumulato lacune nei confronti dei principali paesi europei. Il World economic forum posizionava l’Italia 18° su 141 Paesi nella classifica mondiale per la qualità delle infrastrutture, dietro tutte le principali economie avanzate europee a eccezione della Grecia, evidenziando quindi consistenti margini di miglioramento''.

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